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Anno edizione: 2015
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Il segno è un libro che parte da una storia interessante intrisa del giusto mix di mistero e suspense per poi arenarsi nelle sabbie mobili della mancanza di idee. Una giornalista raccoglie informazioni ed intervista le diverse persone toccate dalla tragedia degli aerei precipitati si divide in capitoli di approfondimento di ciascun punto di vista e, grazie a questo stratagemma, riesce a mantenere alta l’attenzione del lettore quasi fino alla fine. La sensazione però rimane quella di un brodo “allungato” di un centinaio di pagine.
Prima opera letta di questa autrice. La struttura narrativa è abbastanza inconsueta, si sviluppa infatti sulla base di testimonianze raccolte (telefoniche, verbali, mail, Skype) da parte di una giornalista che vuole offrire una raccolta di dati oggettivi in merito ad un evento, quello del Giovedì Nero, che sta coinvolgendo l'opinione pubblica mondiale. L'evento, quattro disastri aerei quasi contemporanei con un solo sopravvissuto ciascuno, peraltro un bambino, è sicuramente di quelli che invitano ad andare fino in fondo per capire tutti i misteri connessi. L'espediente delle interviste (in cui il narratore di turno esprime ovviamente un punto di vista parziale) accresce la curiosità per la fine della storia che però risulta un po' deludente. Ambientazione a tratti surreale, non tutte le domande trovano risposta.
Seriamente, a meno che non abbiate un po' di tempo da perdere, fate a meno di leggere questo libro. Lo stile della scrittura è così confusionario che bisogna spesso tornare indietro per riuscire a ricollegare la trama: rappresenta una raccolta di diverse interviste, articoli di giornali, appunti di un giornalista che cerca di ricostruire la storia di un evento catastrofico e straordinario per scriverne un libro. Oltre al disordine totale delle idee, i singoli capitoli sono spesso noiosi, pieni di descrizioni minuziose totalmente inutili ai fini della trama.
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