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Voci di riforma. «Renovatio» e concilio prima e dopo il Tridentino
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Voci di riforma. «Renovatio» e concilio prima e dopo il Tridentino - Eleonora Belligni - copertina
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Voci di riforma. «Renovatio» e concilio prima e dopo il Tridentino

Descrizione


Nei primi secoli di vita del cristianesimo all’assemblea dei vescovi, il concilio o sinodo generale, è affidato il compito di risolvere i problemi della Chiesa: i conflitti che insorgono sulla dottrina, le questioni morali, le opinioni divergenti sulla distribuzione del potere al suo interno. Dottrina, ortoprassi, ecclesiologia sono le tre direttrici lungo le quali si sviluppano le idee, i progetti, le istanze di rinnovamento. Le riforme applicate a queste tre sfere diventano norme generali; il concilio si impone come l’istanza ultima di giudizio per tutti i fedeli e assume, di fatto, il governo dell’istituzione. Dal Medioevo, quando Roma si afferma come centro della cristianità occidentale, il concilio cessa d’essere lo strumento principale della riforma della Chiesa e il papato ne diventa il grande concorrente. Qual è dunque, in età moderna, il ruolo della sinodo? Quali poteri le restano, quale spazio nel governo della Chiesa? Tra l’autunno del Medioevo e le soglie della contemporaneità queste domande ricorrono frequentemente negli scritti, nei discorsi e perfino nella prassi politica e pastorale di trattatisti laici e di teologi, di religiosi e grandi prelati. A partire dal Quattrocento, la questione dell’identità del concilio si riafferma con forme e modalità inedite, si ripropone durante il Tridentino e ne segue la fortuna storiografica, fino a lambire gli esiti otto-novecenteschi della battaglia culturale che accompagna il processo di secolarizzazione. In questi secoli vengono proposte due concezioni diverse di riforma per concilia: la tradizione della restitutio e quella della instauratio. Alle due tradizioni fanno riferimento, tra Quattro e Cinquecento, i progetti di rinnovamento dell’istituzione e gli appelli all’assemblea conciliare. Successivamente, nell’età della Controriforma, esse ispireranno le narrazioni storiche di Paolo Sarpi e di Sforza Pallavicino e le loro opposte visioni del governo della Chiesa.
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Dettagli

2018
5 aprile 2018
Brossura
9788891762696
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Indice

Abbreviazioni
Introduzione

Un concilio lungo tre secoli
(Gli argomenti di Antonio Trama; Concezioni plurisecolari; Infallibilità e secolarizzazione; Le radici tridentine del Vaticano I)

Ecclesia congregans
(Ambiti di riforma; La dottrina in concilio; Riformare i costumi; Ecclesiologia, teologia politica e concili)

Due vie di riforma
(Tristizie, restauri e palingenesi; Historiae conciliorum e riforma per concilia; Restitutio e instauratio: due tradizioni per la riforma della Chiesa; La restitutio tra le teorie della decadenza e Egidio da Viterbo; L'instauratio o tradizione realista)

Profezie e progetti nel Cinquecento pretridentino
(Il Vaticano I e l'eredità del passato; La riforma e la fine dei tempi; L'instauratio contro il concilio: polemica e ingegneria della riforma; La via intransigente all'instauratio: Gian Pietro Carafa)

Il Cinquecento e il concilio
(Storie e storiografi e ecclesiastiche nell'epoca della secolarizzazione; L'attesa del concilio; Formule giuridiche e iurisdictio; Entusiasmi e "tergiversationes"; I colloqui di religione e lo scacco della restitutio; "Concilium fugiendum omnibus piis": il trionfo dell'instauratio)

Il concilio tra storia e apologia
(La nuova storiografi a cattolica; Dalle tradizioni alle narrazioni; Alle origini della storiografi a conciliare; Poche storie; Paolo Sarpi e il Tridentino politico; Dalla censura al governo: Terenzio Alciati; Pallavicino e la strategia del governo; La Compagnia di Gesù e la difesa della iurisdictio; I nuovi secoli)

Miti, narrazioni e paradigmi
(Dalla riforma senza concilio al concilio senza riforma?; Miti e leggende grigie; Sintesi o revisionismo? Il paradigma jediniano; Una modernità nuova nuova; Conclusione)

Indice dei nomi

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