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Dettagli

2024
24 gennaio 2024
432 p., Brossura
9788836161485

Descrizione

È sempre stato arduo, per uno storico, tracciare i contorni di un personaggio come Maria Antonietta d'Austria. La sua vicenda, infatti, usando le parole di Stefan Zweig, è quella di una «donna comune, non troppo intelligente, non troppo stolta, né fuoco né ghiaccio, senza energie speciali per il bene e senza la minima volontà al male; la donna media di ieri, di oggi e di domani, senza tendenze e genialità eccezionali, senza volontà di eroismi e perciò apparentemente inadatta a divenire oggetto di una tragedia», che «nella suprema sua ora, raggiunge finalmente tragiche proporzioni e si fa grande al pari del suo destino». In mezzo a una quantità innumerevole di documenti, mistificazioni rivoluzionarie e agiografie monarchiche, è il grande scrittore e drammaturgo austriaco a riuscire a fare emergere la vita incalzante di una regina suo malgrado resa grande dagli eventi della storia, restituendo la frivolezza, l’irrequietezza, il dolore e la fermezza di una ragazza del Settecento diventata donna a Versailles e travolta dai venti impetuosi della Rivoluzione.

Valutazioni e recensioni

5/5
Recensioni: 4/5
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Recensioni: 5/5

Non sono una grande lettrice di saggi, tutt'altro: solo quest'anno ho ripreso con una certa assiduità ad affiancare alla narrativa la saggistica più disparata. A questo primo elemento che mi ha fatto approcciare dubbiosa alla biografia di una delle regine più celebri della storia, è da aggiungere che la data di pubblicazione dell'opera risale al 1932 risultandone, così temevo, uno stile ostico e pesante. Niente di più sbagliato! Zweig ha scritto un capolavoro della divulgazione, meraviglioso tanto nella sostanza quanto nella forma (è ben visibile la vocazione del drammaturgo nella conclusione di alcuni dei capitoli più cupi). Il racconto, poi, di quella che è stata in sé la vita della regina, è talmente straordinario, carico di momenti salienti in cui la storia del mondo e quella del singolo si affiancano e finiscono per incontrarsi, che nel lettore resta un grande senso di irrequietezza e smarrimento.