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L'autore giornalista e l'amico pittore, “stranieri evasi da un mondo più dolce”, si mettono in viaggio da Ginevra nel 1953 a bordo di una Topolino: “Il programma era vago, ma in casi simili l’importante è partire.” I due giovani compagni di viaggio hanno davanti “due anni e soldi per quattro mesi”: grazie ai loro testi e ai loro disegni riescono a viaggiare per 18 mesi. Attraverso i Balcani fino al mitico Khyber Pass, anticipano di oltre un decennio il percorso che sarebbe diventato l'Hippie Trail. Al di là del racconto delle loro avventure e dei loro incontri, il romanzo è impreziosito da una lunga serie di pensieri poetici sulle motivazioni del viaggio, la sua influenza nella formazione e l'arte della scrittura di viaggio. Indimenticabili il pensiero iniziale ed il pensiero finale, nel mezzo un atto d'amore per l'Asia, l'elogio della lentezza e l'aleggiare del fatalismo.