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"Kekko Kamen" si potrebbe definire come il "Kill la Kill" degli anni '70. Infatti, oltre ad essere la fonte di ispirazione principale di quest'ultimo, condivide con esso il tono parodistico, citazionistico e dissacratore delle opere di intrattenimento nipponiche: se "Kill la Kill" si fa beffe degli shonen da combattimento attuali, citando infiniti anime degli anni '70, '80 e '90, "Kekko Kamen" parodia quelli a lui precedenti, dall'inizio degli anni '60 in poi: "Cyborg 009", le opere ninja di Sanpei Shirato, "Super robot 28", gli eroi della Marvel tanto cari a Nagai... e molti altri che non cito per evitare di risultare prolisso. Abbiamo a che fare con una tipica parodia umoristica nagaiana, in cui lo script è basato su ogni singolo pretesto possibile per mostrare mutande, tette, culi, palpeggiamenti di tettone simili a palle da bowling, gente che si caga addosso, aperture inguinali - l'attacco speciale dell'eroina senza pudore, a scanso di equivoci, prende il nome di "attacco a gambe divaricate"! -, e ogni altra trovata trash degna della genialità di Go Nagai.