Michal Ajvaz è riuscito nell'impresa di scrivere un romanzo che si trova esattamente a metà strada tra le ossessioni angoscianti di Kafka, rappresentate da inquietanti labirinti senza fine o da quadri che al loro interno hanno quadri che a loro volta hanno raffigurati altri quadri, e il realismo magico altezzoso di Borges, inscenato tramite lotte con squali mostruosi sul campanile della città, uccelli parlanti, tram che scompaiono nel fitto di un bosco. L'altra Praga sembra essere a portata di mano ma al tempo stesso irraggiungibile, un riflesso ribaltato della realtà, un luogo nel quale un cameriere può diventare sacerdote, di un'incomprensibile culto religioso, che viaggia su una biga trainata da donnole. L'entrata dell'altra, sfuggente, Praga è al di là di una porta socchiusa, nel retro di bistrot, dietro armadi che non vengono scostati da anni dalla parete, al di là della consuetudine, di un' esistenza sicura e scontata che ci si ostina a portare avanti.
"Pensate a un incrocio fra Le Paysan de Paris di Louis Aragon e le Città Invisibili di Italo Calvino e avrete almeno un’idea parziale di quanto Ajvaz ha compiuto" - E.L. Fay
In una Praga invernale coperta di neve, un uomo ancora giovane si trova all'interno della libreria antiquaria di via Karlova, uno dei tanti luoghi citati nel libro che oggi non esistono più. Si imbatte in uno strano volume dalla copertina viola scritto in misteriosi caratteri che non sembrano appartenere a nessuna lingua conosciuta. Nonostante il libro abbia un aspetto inquietante e dalle strane lettere spiri un che di minaccioso, il protagonista non resiste alla curiosità e lo compra. Un ricercatore gli rivela che il volume poteva metterlo in contatto con altri mondi, con realtà parallele non percepite nella vita normale. Il protagonista ha sete di svelare il mistero; comincia a cercare tracce e indizi che lo porteranno in un viaggio avventuroso e affascinante in una Praga parallela complementare a quella reale, tra statue del Ponte Carlo che ospitano piccoli alci a uno strano tram verde che conduce nella città parallela fino alla sanguinaria festa dei pesci sulla piazza della Città Vecchia. Conosce una ragazza, Klára, che lo aiuterà a penetrare i segreti dell'altra città. Il romanzo si dipana in mille rivoli e suscita nel lettore le emozioni e le suggestioni più varie, riportandolo alle atmosfere di Borges e Kafka, di Kubin e Meyrink.
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Anno edizione:2015
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FedericaScerbo Scerbo 15 maggio 2018
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