Altre voci altre stanze

Il breve romanzo lascia dentro una sensazione di desolazione, che è comunicata dalle vite dei vari personaggi, dal senso di morte che aleggia su tutto il libro, dalla malattia, fisica ma soprattutto morale, psicologica. Ambienti e esseri umani partecipano della stessa morbosa condizione di alienati dalla vita, di volontari - quasi tutti - perdenti. L'ho trovato troppo cupo, i personaggi sono stati appena tratteggiati e la storia non si sviluppa, bensì si attorciglia su se stessa. Unico personaggio vitale: una ragazzina, Idabel, selvaggia e scontrosa, che rifiuta l'affetto, ma in realtà lo cerca e non sa esprimerlo, se non attraverso la ruvidezza delle parole e dei gesti, che sfociano anche nell'aggressività fisica. Forse per lei, però, c'è qualche speranza. E forse c'è anche per il protagonista, Joel, che "sale il limitar di gioventù", carico di solitudine e di sogni, alcuni si confondono con gli incubi.