Angoscia ed esistenza: fenomenologia e psicopatologia. Angustia vitale. Vol. 1
L’angoscia è la grande fenditura dell’essere umano; ma lui può confrontarsi con questa, deglutirla, vincerla. Gli psicoanalisti parlerebbero di sublimarla. L’angoscia del paziente ha per il medico un’altra esigenza: deve essere curata. Non è che l’angoscia non possa essere, per il paziente, primavera d’azione, come lo è, a volte, la patologia; meglio dire, come può esserlo. Alcuni soccombono, si consegnano a questa. Altri la convertono in un’autentica fonte di valori morali. In qualsiasi caso l’angosciato, per il fatto di esserlo, dà profondità alla sua esistenza. Il tema principale dell’opera è senza dubbio l’angoscia, da cui si dipanano i vari rema (focus): quello avviato da Kierkegaard, che intende l’angoscia come la realtà della libertà, possibilità prima della possibilità, cioè, l’angoscia come situazione ontica che apre all’ontologico, che ritroviamo anche nelle situazioni-limite descritte da Jaspers; quello enunciato da Heidegger nell’analisi esistenziale dell’essere-nel-mondo, in cui l’angoscia è data come situazione emotiva fondamentale, quindi, come condizione ontologica che permette il manifestarsi dell’ontico, una sorta di apertura alla fattualità.
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Anno edizione:2025
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