Incuriosita della descrizione dove diceva che la storia era attorno alla foto in copertina. È stato una bella sorpresa, piacevole immergersi nella Milano degli anni 60/70
Gli anni del nostro incanto
Una domenica di aprile, una Vespa, a Milano, negli anni Sessanta: un padre operaio, una madre parrucchiera, un figlio di sei anni e una bimba che non ne ha ancora compiuto uno. Vengono dalla periferia, sembrano presi dall'euforia del benessere che ha trasformato la loro cronaca quotidiana in una vita sbarluscenta. Qualcuno scatta una foto a loro insaputa. Vent'anni dopo, nei giorni in cui la Nazionale di calcio italiana vince i Mondiali di Spagna, una ragazza si trova al capezzale della madre che improvvisamente ha perso la memoria. Il suo compito è di ricordare e narrare il passato, facendosi aiutare da quella foto. Prende così avvio il racconto di una famiglia nell'Italia spensierata del miracolo economico, una nazione che si lascia cullare dalle canzoni di Sanremo, sogna viaggi in autostrada, si entusiasma con i lanci nello spazio dei satelliti americani e sovietici, e crede nel futuro, almeno fino a quando non soffia il vento della contestazione giovanile e all'orizzonte si addensano le prime ombre del terrorismo. Dopo la strage di piazza Fontana finisce un'epoca favolosa e ne comincia un'altra. La città simbolo dello sviluppo industriale si spegne nel buio dell'austerity, si sporca di sangue e di violenza, mostra il male che si annida e lascia un segno sul destino di tutti. Giuseppe Lupo ci racconta il periodo più esaltante e contraddittorio del secolo scorso – gli anni del boom e quelli di piombo – entrando nei sogni, nelle illusioni, nelle inquietudini, nei conflitti di due generazioni a confronto: quella dei padri venuti dalla povertà e quella dei figli nutriti con i biscotti Plasmon.
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Autore:
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Anno edizione:2025
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Formato:Tascabile
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Federico 26 luglio 2025Piacevole
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Giorgio 29 giugno 2025Tuffo nel passato
Bel racconto che fa ripensare all'infanzia della generazione nata negli anni 50 e 60, Come nella foto anche mio padre aveva la Vespa, io in piedi, mia mamma con mia sorella dietro..
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nulla dies sine legere 20 aprile 2025Ricordi di un'epoca
Milano, estate del Mundial 1982. Una figlia ventenne al capezzale della madre, ricoverata per una improvvisa inspiegabile perdita di memoria, con il compito assegnato dai medici per terapia di continuare a parlarle raccontandole la loro vita, sperando in una ripresa. A questo primo espediente narrativo, a fungere da avvio e da ordito del libro, si accompagna il gradevole escamotage della ripresa di alcune parole alla fine di un capitolo, quali titolo del capitolo successivo. Tramite i brevi capitoli, ciascuno dedicato ad un piccolo quadro di vita familiare, l'Autore sviluppa un "romanzo di racconti", descrivente il clima dei vent'anni trascorsi dal boom economico degli anni Sessanta agli anni Ottanta, come vissuti da una normale famiglia già di umili origini che grazie a lavoro, sacrifici, ottimismo nel futuro (.gli anni delle cambiali....) conquista via via maggior benessere (gli elettrodomestici; l'auto; "la Salvarani"...). Scritto in tono intimistico e perciò lieve e scorrevole proprio come il fluire dei ricordi dell'io narrante, risulta coinvolgente e piacevolmente nostalgico per chi di quegli anni ha memoria diretta. Forse meno "emozionale" per i più giovani, mancando il livello di coinvolgimento che solo l'aver vissuto quegli anni può dare.
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