Archeologia delle piante inebrianti
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In questo saggio viene esposta la documentazione archeologica relativa a ciascuna fonte inebriante - tè, vino, canapa, peyote, tabacco, funghi, ecc. - dando particolare enfasi ai dati più antichi e ai processi originari che fecero rivolgere l'attenzione dell'uomo verso questi particolari elementi della flora circostante. Una ricerca dell'ebbrezza che, stando ai più recenti studi, aprì la strada verso l'acquisizione di importanti elementi culturali quali la cerealicoltura. Da alcuni decenni gli scavi archeologici stanno rivelando un inatteso ruolo del territorio italiano e delle popolazioni che lo abitarono, nelle origini della relazione umana con il papavero da oppio - probabilmente creato nell'Italia centrale da popolazioni neolitiche palafitticole - e come secondo fulcro di addomesticamento della vite selvatica per ricavare vini autoctoni, sardi e campani, indipendenti dal fulcro caucasico classicamente riconosciuto come luogo originario della viticoltura. E sempre in Italia sono state ritrovate le più antiche testimonianze europee di canapa.
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Anno edizione:2017
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