Per Neuhaus non ci sono segreti tecnici per diventare grandi pianisti, certo, ci vuole un addestramento rigoroso, continuo, instancabile, ma esso va bilanciato con una forte motivazione e con una preparazione culturale adeguata.
«Neuhaus aveva rivelato una qualità insolita di scrittore ironico, invitto nel dimostrare ciò che egli intendeva per stile, efficace nel decapitare certi snobistici deliri ancora circolanti in Occidente, qual è la pretesa che le musiche per tastiera debbano essere suonate per forza su strumenti d’epoca… “Ma allora, scrive Neuhaus, dovremmo sostituire in sala l’illuminazione elettrica con le candele e obbligare il pianista a vestire con abiti del 1820?”» - Quirino Principe
Diceva di avere mani pessime «secche e strette» e di non avere un vero e proprio talento, ma Heinrich Neuhaus era un genio musicale. La sua influenza sulla formazione ed evoluzione della cultura, non solo pianistica, fu enorme soprattutto nel periodo più buio del regime sovietico; professore al conservatorio di Mosca, ebbe come allievi i più noti e virtuosi pianisti del Novecento, fu amico di Rubinstein e di Pasternak. L’arte del pianoforte è un’opera fondamentale e ancora oggi insuperata; tradotta in 16 lingue è ormai un classico, un piccolo capolavoro. Per Neuhaus non ci sono segreti tecnici per diventare grandi pianisti, certo, ci vuole un addestramento rigoroso, continuo, instancabile, ma esso va bilanciato con una forte motivazione e con una preparazione culturale adeguata; studiare non significa solo suonare, ma leggere, andare a teatro, alle mostre, in una parola vivere l’arte. Fondamentale, prima ancora di iniziare a studiare lo strumento, è essere in possesso di un patrimonio musicale, «custodire la musica nella memoria e nel cuore». Quando Mozart si mise a suonare il pianoforte e il violino, la musica era già viva nel suo cervello; ecco il segreto del suo genio. Neuhaus condivide le parole di Rubinstein: «pensate che si tratti di uno strumento? Sono cento strumenti!», e ciò per sottolineare la straordinaria ricchezza e varietà di quella «scatola meccanica geniale, sorprendente, con la quale si può esprimere tutto quello che si vuole». Le sue lezioni erano leggendarie e aperte a tutti: chiunque poteva entrare e ascoltare Neuhaus al lavoro. L’arte del pianoforte raccoglie il frutto di quelle lezioni, sono pagine scritte in maniera limpida, diretta, che hanno formato generazioni di appassionati dello strumento che, sosteneva Franz Liszt, concentra e riassume dentro di sé tutta l’arte universale.
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