L'assedio di Ancona. Liber de obsidione Ancone. Con testo latino a fronte
Ammaliato dalla splendida vista di Ancona dall’altura di San Ciriaco, Boncompagno da Signa volle cimentarsi, caso unico nella sua vita, in un’opera di storia. Nacque così il Liber de obsidione Ancone, in cui vengono descritti personaggi e dettagli di un avvenimento che aveva messo a dura prova la città: l’assedio posto nel 1173 dalle truppe di Federico Barbarossa, via terra, e dalla flotta veneziana, via mare. Nella narrazione l’intera città, che seppe resistere nonostante la disparità di forze e la morsa della fame, diventa eroe, con i suoi soldati anonimi e con i personaggi che mai più saranno dimenticati, come la coraggiosa Stamira. La loro virtù consentì ad Ancona di sopravvivere fino all’arrivo delle truppe alleate della Lega Lombarda, che dileguarono esercito imperiale e flotta veneziana.
Di quest’opera avvincente venne a sapere Ugolino Gosia, professore di diritto all’Università di Bologna il quale, quando nel 1201 fu scelto dagli Anconetani come podestà, propose a Boncompagno di rivedere il testo per una lettura pubblica in Ancona, ad elogio della città. Boncompagno accettò volentieri, i due si imbarcarono, ma all’altezza di Senigallia una tempesta li fece naufragare. Boncompagno però riuscì a portare a terra intatto l’involucro che custodiva il manoscritto, salvando per gli Anconetani di allora e per noi oggi quelle gesta romanzesche.
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Anno edizione:1999
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