Un affresco intenso e lirico, dove la narrazione non si limita a raccontare una storia, ma cattura l’anima del tempo e la trasforma in sentimento vivo. È un libro che parla di radici, di terra e di destino, attraverso la voce silenziosa e vibrante del protagonista, Gerardo Savino. Al centro del romanzo c’è la vita di Gerardo, che nasce e cresce in un piccolo borgo dell’entroterra campano, Terradura, accompagnato dal ritmo ciclico delle stagioni e dal mutare silenzioso della natura. Proprio come il lentisco, pianta simbolica e potente, anche lui attraversa inverni dell’anima e fioriture tardive, rivelando con delicatezza la profondità della sua umanità. La narrazione si dipana lungo il corso del Novecento e oltre, attraversando eventi cruciali della storia italiana: la Seconda guerra mondiale, il boom economico, l’emigrazione che svuota i paesi, il terremoto dell’Irpinia, fino ad arrivare alla pandemia dei giorni nostri. Ma questi non sono semplici scenari di sfondo: sono eventi che modellano e plasmano le coscienze, le speranze, i dolori, elementi che Faina sa restituire con uno stile che vibra di empatia e intelligenza emotiva. Mariella Capuano, l’altro grande polo magnetico del romanzo, è una figura femminile struggente e luminosa. La sua presenza, costante ma mai pienamente afferrabile, accompagna Gerardo come un sogno irrealizzato ma mai svanito. È la primula di Palinuro: rara, selvatica, misteriosa. Mariella non è soltanto una donna, ma un ideale, un’eco costante di ciò che avrebbe potuto essere, e forse, in qualche modo, è sempre stato. Faina costruisce il tempo come una materia viva. La sua prosa, precisa e poetica, sa fermarsi dove serve: su un dettaglio di paesaggio, su uno sguardo, su un silenzio carico di significato. È un romanzo che ci ricorda l’importanza del ricordo, della lentezza, della riflessione. E ci invita a guardarci dentro, come fa Gerardo, quando ogni autunno lo chiama a sé, non come fine, ma come tempo della maturazione più profonda.
Gli autunni di Terradura
Come i frutti del lentisco maturano nella stagione invernale abbandonando il loro vitale rosso, così gli autunni di Terradura regalano a Gerardo Savino la consapevolezza della vita e la maturazione dell'essere. Sullo sfondo della Seconda guerra mondiale, percorrendo il boom economico, l'emigrazione, il terremoto dell'Irpinia, fino ad arrivare ai giorni della pandemia, la vita di Gerardo è segnata dalla presenza di Mariella Capuano, radiosa, delicata e inafferrabile come la primula di Palinuro, il cui destino sembra essere legato inevitabilmente al ruvido lentisco.
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Anno edizione:2023
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liberi leggendo blog 08 luglio 2025Un romanzo che scava nel profondo
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