Bellissima è dunque la rosa. I giardini dalle signorie alla Serenissima
Con Cangrande della Scala, nei primi decenni del Trecento, comincia la storia profana del giardino veneto. Non più soltanto luogo di raccoglimento per la salvezza dell'anima, né solo hortus sanitatis dispensatore di erbe per la salute del corpo, il gioioso verziere diventa scenario ideale per la conversazione dotta e laica di quel primo Rinascimento che in terra veneta ebbe uno dei suoi centri di irradiazione. Per tutto il Quattrocento i giardini si popolano di statue e di sculture vegetali. La svolta avviene quando l'aristocrazia scopre le virtù della "santa agricoltura" patrocinate da Alvise Cornaro, e quando Palladio dà forma al nuovo stile di vita della nobiltà di Venezia e delle città della terraferma ormai convertite all'economia agricola.
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Anno edizione:2003
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