Il Cannocchiale Aristotelico, o sia, Idea dell'arguta, et ingegnosa elocutione, che serve à tutta l'Arte oratoria, lapidaria, et simbolica. Esaminata co' principii del Divino Aristotele. Accresciuta dall'Autore di due nuovi Trattati, cioè, de'concett - Emanuele Tesauro - copertina
Il Cannocchiale Aristotelico, o sia, Idea dell'arguta, et ingegnosa elocutione, che serve à tutta l'Arte oratoria, lapidaria, et simbolica. Esaminata co' principii del Divino Aristotele. Accresciuta dall'Autore di due nuovi Trattati, cioè, de'concett - Emanuele Tesauro - copertina
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Il Cannocchiale Aristotelico, o sia, Idea dell'arguta, et ingegnosa elocutione, che serve à tutta l'Arte oratoria, lapidaria, et simbolica. Esaminata co' principii del Divino Aristotele. Accresciuta dall'Autore di due nuovi Trattati, cioè, de'concett
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In-4°(cm 16x22) in legatura coeva con titolo su tassello al dorso. Pp 12 non num., 431, 17 non numerate, al frontespizio marca tipografica con emblema di Fenice sorgente da fiamme mirante il Sole entro con cornice con motto Vivam Laetiori Vita sic Renovata istoriata con grottesche, testatine, capolèttere e finalini. Lievi segni del tempo e d'uso alla legatura, interno fresco seppur leggermente rifilato in testa: più che buon esemplare. Una delicata poesia a p. 24 non numerata sulle lucciole e alcune glosse di antica mano. Ristampa veneziana di quest'opera, apparsa per la prima volta nel 1654 a Torino, in cui Tesauro esplora con acume e dovizia di esempi l'intera gamma del parlar figurato, cercando la spiegazione della metafora nei principi salienti della Retorica aristotelica e indugiando in particolar modo sulle "argutezze" e sui "concetti predicabili", cioè su complesse figure retoriche che consentono di realizzare i princìpi e gli orientamenti della poetica barocchista: i fini del diletto e della "meraviglia", la prospettiva illusionista, l'accumulo e lo sdoppiamento degli oggetti rappresentati. La parola è ricondotta alla sua funzione simbolica e l'idea di metafora diviene, coma fa notare Ezio Raimondi, tutt'uno con l'idea di uomo. La presente edizione è accresciuta di due trattati, De'concetti predicabili e Degli emblemi, che pur essendo anche essi afflitti da verbosità, concettismi e barocchismi son pur tuttavia un utile guida per distinguere le figure meramente verbali ovvero retoriche da figure simboliche e in queste le imprese dagli emblemi che sebbene entrambe di natura metaforica differiscono per stili e complessità; presente anche un utile glossarietto di tutti gli altri simboli di fatto ovvero non verbali: ballo, giochi equestri, mascherate, trofei, etc. Nel suo famoso studio "L'Umorismo", Luigi Pirandello ricordava l'opera ("oh, il Cannocchiale aristotelico di Emmanuele Tesauro!"), per l'aridità e cerebralità del suo disquisire, tra le "fatiche...

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Il Cannocchiale Aristotelico, o sia, Idea dell'arguta, et ingegnosa elocutione, che serve à tutta l'Arte oratoria, lapidaria, et simbolica. Esaminata co' principii del Divino Aristotele. Accresciuta dall'Autore di due nuovi Trattati, cioè, de'concett
Il Cannocchiale Aristotelico, o sia, Idea dell'arguta, et ingegnosa elocutione, che serve à tutta l'Arte oratoria, lapidaria, et simbolica. Esaminata co' principii del Divino Aristotele. Accresciuta dall'Autore di due nuovi Trattati, cioè, de'concett

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Emanuele Tesauro

(Torino 1592-1675) letterato italiano. Di famiglia nobile, gesuita, nel 1634 lasciò l’ordine in seguito a un’aspra polemica interna. Fu poi al servizio dei Savoia, dimorando per alcuni anni nelle Fiandre. Scrisse tre volumi di Panegirici (1659-60) sacri e profani, tragedie (Ermenegildo, Edippo, Ippolito, 1661), libri di storia e di morale (Filosofia morale, 1670). Ma l’opera sua più famosa è Il cannocchiale aristotelico (1654; ed. accresciuta 1670), considerato, insieme a quello di B. Gracián (Acutezze e arte dell’ingegno, 1642-48) il maggior trattato sul concettismo. In esso T. esplora con acume e dovizia di esempi l’intera gamma del parlar figurato, cercando la spiegazione della metafora nella Retorica di Aristotele e indugiando in particolar modo sulle «argutezze» e sui «concetti predicabili»,...

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