la guerra attraverso gli occhi di 3 personaggi. La paura e il caos, il delirio e l'angoscia, la morte e l'impotenza davanti l'ingiustizia. Marco Magini offre una visione degli eventi bellici ben diversa dalla semplice cronaca. Mi ha ricordato la profondità di "niente di nuovo sul fronte occidentale". e non è poco
Come fossi solo
Finalista Premio Strega 2014
A Srebrenica l'unico modo per restare innocenti era morire. Marco Magini era un ragazzino durante i terribili fatti della ex Jugoslavia, li conosceva solo dai telegiornali. Ma quando da studente si imbatte nella storia di Drazen quella vicenda diventa un'ossessione. Quella storia raccontava di un ventenne costretto a combattere una guerra voluta da un'altra generazione e messo davanti a decisioni che nella loro eccezionalità mostrano a nudo l'animo umano come in un antico dramma greco. La rievocazione del massacro e del successivo processo presso il Tribunale penale internazionale per la ex Jugoslavia è affidata a tre voci che si alternano in una partitura ben scandita. La voce del magistrato spagnolo Romeo González che rievoca lo svolgersi del processo, evidenziando le motivazioni non sempre etiche e limpide che determinano una sentenza. Nell'eterno dibattersi tra ubbidire a leggi fratricide o ribellarsi appellandosi ai diritti inviolabili dell'uomo, viene fuori solo un'immagine povera e burocratica dell'esercizio della legge. Al giudice González si affiancano le voci di Dirk, casco blu olandese di stanza a Srebrenica, rappresentante del contingente Onu colpevole di non avere impedito la strage, e quella del soldato serbo-croato Drazen Erdemovic, vero protagonista della storia, volontario nell'esercito serbo, che fu l'unico a confessare di avere partecipato al massacro, l'unico processato e condannato.
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Anno edizione:2014
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Paolo 06 aprile 2024consigliato
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Come fossi solo parla del massacro di Srebrenica in Jugoslavia. In particolare un soldato, solo uno, si è dichiarato colpevole delle atrocità commesse, di cui con altri commilitoni è accusato, quali stupri e genocidio. Questo soldato semplice tra l'altro è stato anche minacciato di morte, messo in tutti i modi sotto pressione, e, a suo rischio, ha provato a dire la sua scegliendo però alla fine di vivere, pur dovendo massacrare gli altri per vivere, per poter tornare dalla sua famiglia. Si alternano nella narrazione la voce di questo soldato,del suo giudice, e di un soldato belga, uno dei caschi blu dell'ONU. La cosa interessante è che il soldato sotto accusa è certamente colpevole di tutto quello di cui si auto-accusa ma è anche la persona più innocente tra quelle che compaiono nel libro. Ha provato almeno a opporsi pur senza arrivare a dare la vita per opporsi. La sua coscienza è un atto d'accusa sottinteso ai caschi blu che con molto minor rischio avrebbero potuto evitare il massacro e non facendo nulla si sono resi colpevoli due volte. Infatti molta gente è rimasta in città fidandosi di loro. Il romanzo mette ogni uomo sul banco degli imputati in quanto se il protagonista è colpevole, chi non avrebbe fatto di peggio trovandosi al suo posto?
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