Il continuo e il discreto. Estetica e filosofia dell'esperienza in John Dewey
Questo volume intende essere una ricognizione del pensiero di John Dewey, con particolare attenzione alla fase matura, ma tenendo presenti le premesse già rintracciabili negli scritti precedenti. Al centro dell'indagine è l'estetica, luogo privilegiato per un ripensamento della nozione di esperienza, di capitale importanza per comprendere il pragmatismo deweyano: l'esperienza estetica, in particolare l'arte, non costituisce un riflesso esemplare dell'esperienza in genere, come vuole invece una lunga e importante tradizione della filosofia moderna. L'estetico, per Dewey, concentra e rende operative le componenti fondamentali del fare esperienza: esso è il suo elemento costitutivo. L'estetica, riqualificata come filosofia dell'esperienza tout court, risponde a una questione che anima il pragmatismo fin dalle sue origini: com'è possibile applicare regole generali a situazioni singolari, come le condotte di vita? L'estetica di Dewey sembra essere una delle risposte più radicali all'istanza, avanzata già da Peirce, che il pragmatismo si radichi nella concretezza della vita, senza con ciò rinunciare a porre la questione della validità universalità dei principî che informano il pensiero e l'azione dell'uomo.
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Anno edizione:2014
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