La salvezza di Pietro passa attraverso la possibilità di raccontare la propria storia, lasciare la traccia, non scomparire del tutto anche se si è lasciato il proprio mondo. Pietro abbandona la sua città dove ormai gli è impossibile vivere, per troppo dolore e delusione, e sposta il suo Grande Sogno a Shangai. L'Oriente lo accoglie, Pietro dà gambe al suo sogno, ma non è così facile rinascere come uomo. Per difficoltà oggettive e per il sentimento soggettivo di dover completare la storia che si è lasciato alle spalle. Non riesce del tutto a guardare avanti, lasciando almeno una parte dei suoi principi. Fino all'incontro con Jin. Storia bellissima a attualisssima, inserita a pieno titolo nel nostro mondo della delocalizzazione, dello sfruttamento del lavoro, dei sogni di cambiamento che si infrangono di fronte alle leggi del mercato. Una Cina descritta lucidamente, vissuta in diretta, fuori dagli stereotipi cui siamo abituati. La Cina reale del 2013. Ancora un romanzo perfetto di Perissinotto, sul filone dei temi già toccati nel "Le colpe dei padri". Scrittura come sempre magistrale.
La ragazza dell’albergo di Malpensa guarda partire e non parte. Il suo mondo è fatto di minuscoli brandelli di vite vissute altrove, vite che non sono la sua. Dell'esistenza di Pietro Fogliatti, la ragazza coglie due momenti: la fine di un matrimonio consumato, e un nuovo inizio, la partenza per Shanghai. È lì che il grande progetto imprenditoriale di Pietro vedrà finalmente la luce. Andare a Oriente, per sottrarsi al passato, ma anche per misurarsi con un paese dove i contrasti sono infiniti e i conflitti non esplodono mai. Nel suo bagaglio di imprenditore, Pietro porta con sé il ricordo del padre, morto di tumore alla vescica per i veleni respirati sul lavoro. Nella sua fabbrica cinese, si dice Pietro, tutto questo non accadrà: niente morti bianche, niente sfruttamento, molti diritti. Ha in mente delle splendide utopie Pietro, e dimentica che le utopie sono un modo raffinato per suicidarsi. A ricordarglielo ci penseranno i soci americani e ci penserà il destino. Ma il destino gli farà anche incontrare Jin, la donna misteriosa che appende fiori a un semaforo, che appare e svanisce, e che, come Pietro, aspetta segretamente la morte di chi le ha strappato la serenità. Pietro e Jin: due naufraghi, stretti l’uno all’altro per non affondare nel mare d’odio che hanno lasciato crescere intorno. Ma poi, rapidamente, tutto cambia, tutto si perde: Jin, la fabbrica, il sogno… E si perde anche Pietro, scompare dai radar del mondo civile. E io comincio a cercarlo.
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Anno edizione:2014
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PATRIZIA FEMORE 28 novembre 2016
Non è soltanto la storia di un ingegnere di talento che crea un’autovettura innovativa ed ecologica, la GS (Grande Sogno), e che insegue l’utopia di una fabbrica sostenibile in una società a misura d’uomo; è la storia di un uomo che custodisce un dolore profondissimo ed un irrazionale desiderio di vendetta. E’ il ritratto della Cina contemporanea, della contraddizione di un regime comunista che realizza un capitalismo di stato grazie a condizioni di lavoro disumane; è la storia di quello che l’industria automobilistica nazionale avrebbe potuto fare e non ha fatto… E’ anche, e forse soprattutto, la storia dell'ossessione dello scrittore per la trama che sta scrivendo, ossessione che qui assume il carattere del viaggio alla ricerca infaticabile del proprio personaggio. Così facendo il romanzo si tinge di giallo, superando, però, i limiti ed i caratteri della letteratura di genere.
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