26 gennaio 1956, si aprono a Cortina d’Ampezzo le prime Olimpiadi bianche disputate il Italia. Gli occhi del mondo sono per qualche settimana puntati sulla Regina delle Dolomiti già mèta ambita dal jet set internazionale. Accorrono a Cortina cronisti, televisioni, VIP, e naturalmente atleti da ogni parte del mondo. Questo volume raccoglie documenti unici su uno degli eventi sportivi più importanti del Dopoguerra e scandaglia avvenimenti, aneddoti e curiosità raccontando la nascita e lo sviluppo degli sport invernali che di lì a poco vedranno un vero e proprio boom nelle località sciistiche delle Dolomiti. In occasione delle Olimpiadi del 1956 Cortina si rinnova, si assiste ad una profonda trasformazione urbanistica e architettonica della città che si dota di edifici moderni e tecnologie all’avanguardia. La RAI organizza per l’occasione la prima diretta delle Olimpiadi bianche, viene prodotto anche un film: Vertigine bianca, con la regia di Giorgio Ferroni distribuito dall’Istituto Luce; grafici e disegnatori di fama fanno a gara per disegnare manifesti e loghi della manifestazione che terrà per qualche giorno tutto il mondo con il fiato sospeso. L’austriaco Toni Sailer vince tre medaglie d’oro, Sophia Loren è la madrina della manifestazione e negli hotel di lusso della città si incontrano le personalità del jet set internazionale. I cinque cerchi olimpici tornano nel 2026 a Cortina d’Ampezzo, laddove gli sport della neve e del ghiaccio ebbero sulle nostre Alpi la loro prima grande consacrazione in un evento che li comprendeva tutti. Furono i primi Giochi olimpici disputati in Italia, dopo che proprio Cortina aveva visto sfumare, per via della guerra, quelli già assegnati del 1944. Nel vortice della grande Storia, quei Giochi parrebbero una piccola cosa, ma tanto piccola non fu affatto. Segnarono una svolta decisiva per la diffusione degli sport invernali soprattutto nel nostro Paese – ma non solo, e portarono alla consapevolezza di quanto potesse offrire la montagna d’inverno, costituendo un volano senza precedenti per invogliare milioni di italiani, più avvezzi a palloni, biciclette e motori, a frequentare le vallate alpine anche nella stagione bianca, per praticare gli sport della neve, soprattutto lo sci, ma anche solo per poterne godere le bellezze naturali. Quella storia venne scritta con caratteri che oggi farebbero sorridere, dove le piste da sci erano con un fondo battuto approssimativamente e irregolare, con gobbe e strettoie tra gli alberi, con i pali di legno dello slalom rigidi e grossi come tronchi, dove per gareggiare veloci sul ghiaccio con i pattini si andò in prestito di un lago incantato, dove i numeri di partenza venivano estratti all’oratorio e dove furono gli Alpini a “salvare” le gare portando la neve in spalla, con le gerle, per distribuirla sulle piste in un inverno avaro di precipitazioni nevose. Un avvenimento senza pari che viene narrato con passione attraverso un ricco corredo grafico e fotografico in larga parte inedito, che ricostruisce una memoria condivisa in occasione dei prossimi Giochi olimpici invernali che si terranno nella Regina delle Dolomiti nel 2026.
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