INTELLIGENZA ARTIFICIALE .Un ex manager di Uber, Anthony Levandowski, ha annunciato nel 2017 la creazione di una Chiesa chiamata Way of The Future che intende "tributare un culto all'intelligenza artificiale e favorire la realizzazione, l'accettazione e l'adorazione di una divinità basata sull' intelligenza artificiale, più capace rispetto agli esseri umani di fare scelte razionali per guidarli. Mi piacerebbe che questa divinità ci considerasse i suoi adorati antenati, che ci rispettasse e si prendesse cura di noi. Se arriviamo a un'entità un miliardo di volte più intelligente del più intelligente degli esseri umani, come volete chiamarla? Non avremo altra scelta che sottometterci a quella nuova divinità". Parliamo spesso della favola della complementarietà uomo- macchina ma più il livello delle competenze automatizzate sarà perfezionato, più la valutazione umana sarà emarginata, fino a raggiungere livelli coercitivi, emblematici nel mondo del lavoro, che vede i sistemi ordinare alle persone i gesti da eseguire. Il libero esercizio della nostra facoltà di giudizio è sostituito da protocolli progettati per guidare le nostre azioni. Una dimensione che noi non cogliamo ancora del tutto, vedrà l'intelligenza artificiale marginalizzare l'intuizione umana con la sua efficacia indefinitamente provata e con lo splendore della sua aura e, alla lunga, delegittimarla, rendendo vana o inoperante qualsiasi presa di decisione dipendente dalla nostra coscienza. Con il pretesto di facilitare del lavoro, essa ha nascosto il capovolgimento in atto. Le tecnologie digitali e gli strumenti per il supporto decisionale sono diventati organi decisionali. Saremo sempre meno chiamati a dare istruzioni alle macchine e sempre più a riceverle da loro. Così l’intelligenza artificiale marginalizza l’esercizio della nostra facoltà di giudizio e mina il nostro diritto a determinarci liberamente e in coscienza.
Critica della ragione artificiale. Una difesa dell'umanità
L’intelligenza artificiale, fino a poco tempo fa confinata nei laboratori di ricerca, ha fatto negli ultimi anni il suo ingresso dirompente nella vita di tutti i giorni. Politici, businessmen e semplici cittadini sembrano esserne quasi ossessionati: le promesse di crescita e sviluppo che essa porta con sé sembrano infinite, e così le possibilità che ognuno degli innumerevoli ambiti di applicazione, sfruttando una tecnologia sempre più efficiente e pervasiva, diventi più affidabile, fluido e ottimizzato. Non mancano gli osservatori che segnalano come il fare affidamento su macchine capaci di performance molto migliori di quelle umane metta a rischio posti di lavoro e renda problematica la sopravvivenza di interi settori industriali: ma persino di fronte a una minaccia così concreta, spesso, ci si limita a formali richiami all’etica, come se brandire questo vessillo potesse fare da scudo supremo contro le deviazioni delle tecnologie digitali. Con Critica della ragione artificiale, Éric Sadin mette a punto l’opera più compiuta e lucida del suo percorso di acuto critico delle nuove tecnologie, evidenziando come esse, presentate come semplici strumenti al nostro servizio, stiano invece erodendo le facoltà di giudizio e azione, ossia le capacità che più di tutte ci rendono umani. Sadin, recuperando in senso letterale il ruolo politico della filosofia, non sterile riflessione fine a sé stessa ma strumento in grado di decrittare la realtà allo scopo di servire la comunità, svela il retropensiero antiumanistico dei discorsi a sostegno dell’indiscriminato sviluppo tecnologico, e presenta una appassionata difesa dell’umanità – ossia di tutto ciò che dobbiamo tenere a mente e trasmettere ai più giovani se vogliamo evitare che lo stesso strumento che può garantirci prosperità e sviluppo si tramuti in terribile macchinario di oppressione.
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Anno edizione:2019
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In commercio dal:16 maggio 2019
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CADINPIEDI 10 gennaio 2023INTELLIGENZA ARTIFICIALE
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