Veramente un brutto libro. Non trovo parola migliore per definirlo che "brutto". Ho deciso di leggerlo perchè, avendolo a casa, avendo letto altri due libri dello stesso autore che mi erano piaciuti non poco, e ispirandomi il titolo, pensavo promettesse bene. Mi sbagliavo, invece. Ma veniamo al libro: la storia tratta delle vicende amorose di un colonnello dell'esercito degli Stati Uniti in servizio nel nord Italia con una giovane donna veneziana di buona famiglia. Vicende amorose avversate dalla grande differenza d'età (lui ha superato i 50 e lei ha appena 19 anni) e da conversazioni tra i due che oscillavano tra il patetico, la stupidità e l'insensatezza (oltre al fatto che lui sta per morire). Hemingway avrebbe potuto impiegare meglio il suo tempo invece che scrivere simili mostruosità, e anche io invece di leggere le suddette (tra l'altro mi chiedo dove abbia trovato la forza di continuare a leggere il libro e non chiuderlo dopo la seconda pagina). Libro comunque sempre lento e noioso senza neanche uno spunto o un qualcosa che potesse rivitalizzare qualcosa già morto da tempo (il libro). Inoltre prometto che non leggerò mai più storie che trattano vicende d'amore improbabili e assurde tra vecchi (che magari sono gli scrittori stessi in cerca di nuove emozioni magari sulle pagine di un proprio racconto) e ragazze fin troppo giovani; ne vengono fuori sempre cacate orrende (come ad esempio "Memoria delle mie puttane tristi" di Marquez) che non stanno in piedi. Una volta ho sbagliato, per la seconda volta ho perseverato, ma prometto che alla terza non ci casco più. Voto al libro: 2,5
«Di là dal fiume e tra gli alberi». Il paesaggio del Rinascimento a Venezia. Nascita e fortuna di un genere artistico (secoli XV-XVII)
Il volume affronta il tema della nascita e dell'affermazione del paesaggio nell'arte a Venezia e nel Veneto tra il XV e il XVII secolo. A questo argomento è stato dedicato un convegno tenutosi nel quadro delle annuali giornate di studio della Renaissance Society of America. Gli atti che ne risultano raggruppano otto saggi, frutto di nuove ricerche che ruotano intorno alla fortuna del genere paesaggistico nel Rinascimento e alla sua accoglienza artistica e critica anche al di là dei territori della Serenissima. Tra le opere analizzate ci sono quelle di Giovanni Bellini, Giorgione e Tiziano. Natura e ideale sono le componenti essenziali di un vasto panorama di dipinti, disegni e incisioni in cui le evocazioni arcadiche a volte si associano a quelle del sonno e dei sogni. I motivi iconografici ispirati alla natura sono analizzati per le loro implicazioni simboliche, le suggestioni letterarie o alla luce del contesto sociale e intellettuale. Un'attenzione particolare è data inoltre al Concerto campestre di Tiziano, opera emblematica del genere, alle interazioni tra la produzione lagunare e fiamminga del Cinquecento e al fascino straordinario che la poesia del paesaggio veneto ha esercitato nei secoli successivi.
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Anno edizione:2012
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