Che un autore abbia una penna con i controc… lo capisci dalle prime righe. Ma quando nel proseguo riesci a cogliere il lavoro che ci sta dietro, capisci che non basta avere il “dono” di scrivere. Uno stile originale, l’accurata scelta dei vocaboli, similitudini fresche ed evocative, dialoghi perfetti. La struttura del romanzo è misurata. I dettagli della storia sono dosati con maestria e creano tensione e curiosità costante. Ci sono tantissimi gialli o thriller che si concentrano sul tema del rapporto tra giustizia e vendetta. Che si giocano tra razionalità e intuizione del commissario di turno. Tra cosa è possibile spiegare e cosa si può scoprire solo affidandosi “al cuore”, come suggerisce Benedetta ad Argenti in questo intrigante romanzo. La differenza tra “il solito” libro e un romanzo che ti tiene incollato sino all’ultima pagina la fa indubbiamente lo scrittore. E Carlo F. De Filippis la differenza la fa e come. Per amanti del genere molto molto interessante “Il dono”.
Dove finisce la vendetta e inizia la giustizia?
«Delle volte non vediamo, non sentiamo, non vogliamo capire quello che gli occhi ci mostrano. È il desiderio di essere felici a fare di questi scherzi»
Da quando ha perso la memoria, il commissario Zaccaria Argenti, una leggenda nella questura e per le strade di Torino, è quasi diventato un ex poliziotto. Al termine di una concitata irruzione in un covo di sequestratori, infatti, per schivare un proiettile è caduto dalle scale. O almeno questo è quello che ricorda lui, la sua versione dei fatti dopo che si è risvegliato dal coma. Il racconto però non quadra, e dato che nell'operazione ci è scappato il morto, i suoi superiori vogliono capire. Qualcuno teme che Zac, come lo chiamano, abbia una rotella fuori posto; altri sospettano che stia prendendo in giro tutti, chissà perché. Nel dubbio, la leggenda viene rimossa dal servizio attivo e messa sotto il poco tenero controllo dell'ispettrice Maya Bolla, che al primo giorno gli fa un occhio nero. L'occasione per rimettersi in piedi gli sarà donata da una scia di omicidi avvenuti secondo modalità molto difficili da spiegare, proprio come l'amnesia di Zac e i sogni che tormentano le sue notti. La verità sul caso e quella sul vuoto che gli ha ingoiato la memoria arriveranno quando il commissario imparerà a fare qualcosa di totalmente nuovo: ascoltare il proprio cuore. Anche se il cuore, a volte, dice cose terribili, commoventi, disastrose. Alternando la naturale ironia e il tormento che agitano il suo nuovo protagonista, De Filippis ha costruito un romanzo che è riduttivo definire giallo, poliziesco o thriller, e che piuttosto ricorda il maestro Stephen King. Un'indagine travolgente negli angoli oscuri di «un'umanità troppo arrabbiata per conviverci senza difese».
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Anno edizione:2019
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Baghy 07 marzo 2025Giustizia o vendetta? Ragione o sentimento?
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stai.zen 30 dicembre 2024bello
non il mio genere, ma lettura piacevole.
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Il quarto libro di questo autore che ho piacevolmente scoperto 4 anni fa con "La prima indagine del commissario Vivacqua". Spero scriva altri romanzi.
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