Quando si parla di "ego", si tende ad attribuire alla parola un valore negativo. Ma una buona dose di autostima non è di per sé un difetto, anzi: dal punto di vista "dell'economia dell'io", è possibile definire l'"ego" come l'invisibile linea che divide il bilancio dei profitti dalle perdite. Quindi, l'ego può rappresentare l'attivo per l'individuo e per l'azienda, consentendo di raggiungere i traguardi desiderati, di scoprire nuovi orizzonti e innovare i prodotti. Il passivo, invece, si può riscontrare sia in chi ha un ego troppo sviluppato sia in chi ne è totalmente privo: due atteggiamenti diametralmente opposti che possono creare veri danni. Questo libro spiega come scoprire i primi segnali di pericolo (l'eccessiva competitività, la difesa delle proprie idee confusa con difesa di se stessi, il desiderio di essere riconosciuti a ogni costo) e insegna i principi per gestire al meglio e "in salute" l'ego. I fattori fondamentali per arrivare a un bilancio "in utile" sono umiltà, curiosità e sincerità. Tre qualità che, se applicate nel quotidiano, permettono di trarre profitto dall'ego rendendolo la migliore risorsa.
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Anno edizione:2008
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