L'epopea di Cuchulainn. La razzia delle vacche di Cooley
Ai tempi leggendari dell'lrlanda pre-cristiana - quando sull'Ulster regnavano i re guerrieri e i druidi, e il grande Conchobar, moriva per uno scatto d'ira, secondo la leggenda, venendo a sapere della crocifissione di Cristo - una semplice disputa tra il re Aillil e la regina Medb, a causa di un toro che era sparito, fa scatenare una guerra violenta e sanguinosa, che sconvolgerà tutto il paese da nord a sud. Questo è il soggetto del "Tàin Bó Cùalnge", ossia "La razzia delle vacche di Cooley", uno dei grandi testi che rappresentano le fondamenta dell'Irlanda, testimonianza unica della così misconosciuta civiltà celtica. Il protagonista del racconto è Setanta, figlio di Sualtam, soprannominato Cuchulainn ("colui che ha vinto il cane del fabbro"), l'eroe assoluto dei Gaeli, paragonabile ad Achille, a Ercole o a Mithra. Eternamente giovane e bello, possiede ogni dono, compreso quello della magia. Entra in guerra, animato dalla ferg, la furia guerriera che può far ribollire l'acqua in una tinozza, col suo corpo teso come l'arco che attraversa il cielo dopo la pioggia, lo sguardo dardeggiante, brandendo l'arma invincibile, il "giavellotto-folgore".
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Anno edizione:2009
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