L' eredità immateriale. Carriera di un esorcista nel Piemonte del Seicento

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<p>Prima edizione. Collana ''Microstorie'', 10 - Brossura editoriale di 202 pagine. Esemplare ancora sigillato nel suo cellophan originale; minimi segni del tempo potrebbero esser trapelati ai piatti -- In un piccolo villaggio piemontese, nel 1697, un prete viene arrestato per aver praticato esorcismi di massa, violando le disposizioni dell'arcivescovo. La sua condanna e la sua scomparsa sono il punto di partenza della ricerca, l'occasione per illuminare il rapporto fra una vicenda individuale e le interpretazioni generali che gli storici hanno avanzato a proposito del Seicento. Il discorso si allarga così al contesto in cui l'esorcista operava, e i minuti avvenimenti locali assumono significato nella relazione con il trasformarsi dello stato assoluto, con il dilagare del mondo mercantile, con gli avvenimenti bellici in Europa che travolgono questo frammento della campagna piemontese. Ma questo punto microscopico di osservazione consente anche, attraverso un'intensiva ricostruzione documentaria, di dare nuove interpretazioni su aspetti importanti della società europea dell'età dal funzionamento del mercato della terra alla formazione di un ceto politico locale, dalle strategie familiari alle culture dei gruppi sociali che si scontrano nelle campagne. Le politiche quotidiane del mondo contadino d'Ancien Régime appaiono alla fine dominate non solo dal problema della terra e del denaro, ma dalla difficile trasmissione fra generazioni di beni il potere, il prestigio, le cariche, le capacità, le professioni. E su uno scenario formicolante di contadini, notabili, preti, Giovanni Levi racconta quante cose rilevanti si possono veder succedere quando apparentemente non succede nulla.</p>.

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