Esportare l'Italia. Virtù o necessità?
Un quarto di Pil non è ancora sufficiente a far entrare l'export in qualche agenda elettorale? "L'export non basta", si dice mentre il Paese non cresce più "per linee interne" ma solo grazie ai consumi dei Paesi in corsa. L'export non è certo la soluzione di tutti i mali: "non dobbiamo imitare la Germania", si dice mentre ovunque vengono potenziate le iniziative e i soggetti statali forti e ben oliati - che lo sostengono. L'export è solo il breve ghigno di piacere del "culto feticista" per la nostra manifattura, si dice ancora, mentre le imprese che resistono, che corrono di più, sono quelle che esportano prodotti intrisi di terziario e imbevuti di concetto, forti per creatività, innovazione, qualità e brand. Allora, se si respira un po' di ossigeno solo grazie all'export, vale la pena guardare dentro alle piccole e medie imprese per conoscere chi lo spinge, chi ne fa un orgoglio e con quali atout, rischi, difficoltà, e con quali forze, come gli export manager - nuovi pionieri in un mercato globale consuetamente instabile. Perché esportare in un mondo ormai piatto, non è più solo una virtù ma una consuetudine ed esportare da un Paese fermo, non è più solo un'opportunità, ma una concreta necessità. Prefazine di Marco Alfieri.
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Anno edizione:2012
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