Fabbriche del sapere, industrie della creatività
Lungi dall'essere solo luoghi di sfruttamento, di precarizzazione e di auto-precarizzazione, i mondi del lavoro cognitivo e intellettuale, creativo e artistico appaiono come terreni sui quali sorgono nuove forme di resistenza e di organizzazione, nuovi modi d'essere e di esistere. Nuove forme di soggettivazione e di lotta nascono dai recenti movimenti di occupazione: dall'onda anomala italiana alle occupazioni universitarie nel 2009, dai movimenti di occupazione del 2011 al movimento occupy, dalla casbah di Tunisi a piazza Tahir al Cairo, dal movimento M-15 in Spagna alle occupazioni del Boulevard Rothschild a Tel Aviv. In questo contesto, la fabbrica del sapere appare come il luogo in cui si addensano tutte queste esperienze, il luogo in cui si afferma un'industriosità creativa, selvaggia, disobbediente, "mostruosa". "La scrittura di Raunig si muove su quel terreno che si stende dai Mille plateaux di Deleuze-Guattari fino alle costituzioni del postoperaismo ed ivi produce modulazioni ricche e articolate della critica del potere e inaugura nuove linee di fuga, diserzioni, dialettiche di nuovi mondi, riterritorializzazioni creative..." (Antonio Negri).
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Anno edizione:2012
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