Il medioevo col suo modello feudale impregnato di aristocrazia, gerarchia, sacralità e modello cristiano tutto legato sulla fedeltà a confronto col modello attuale dominato dal vile denaro, manipolato dalla mano del grande capitale che manipola opinione pubblica, individui, aliena l'uomo dalla sua proprietà e muove come un burattinaio tutti gli eventi storici, dalle grandi rivoluzioni ai moti popolari a movimenti nazionalisti a quelli sindacali. Una critica esplicita al giudaismo, alle democrazie ed al concetto di egualitarismo proclamato dalla rivoluzione francese. Israele ci vorrebbe tutti uguali sotto il gioco del grande capitale. L'autore esalta differenze tra uomini, critica al naturalismo, elogio dei valori cristiani unici veri fili che tengono unita e in pace la popolazione mondiale, esalta le corporazioni e la proprietà privata, denigra i nazionalismi definedoli un ennesimo mezzo del grande capitale ebreo per muovere denaro, mettendo nazioni l'una contro l'altra militarmente, critica il comunismo definendolo un capitalismo più subdolo, quello di stato e rimembra in vena romantica i legami familiari e quasi sacralità che vi erano nella bottega medievale, nella corte, nelle proprietà e nei rapporti tra vassalli e cavalieri.
