Picaresca novella sudcoreana narrata in absentia, per sottrazione, per sostituzione - Ferro 3, dell'ottimo regista Kim Ki Duk, è una storia d'amore atipica in cui protagonista è un uomo che vive nell'ombra e all'ombra di case vuote, dove si dirige per riparare le rotture (metafora scontata, ma non banale, dell'anima). Quand'ecco, in una delle sue peripezie, incontra finalmente una persona da riparare: tra sogno e realtà, si dipana una pellicola onirica, suadente, melanconica in cui ogni pallina da golf è un colpo diritto al cuore, una ferita della donna offesa. Emblematico il comunissimo Ferro 3 con cui gira il giovane personaggio di questo film, specchio di una metafora non detta del qualunquistico buon senso del pater familias, delle scelte giuste, delle vendette fredde. E se per il regista è 'difficile dire se il mondo in cui viviamo sia realtà o sogno', l'immanente solitudine è estremamente semplice da percepire pur senza necessità di articolare con le parole il senso di Sehnsucht che affligge la coppia di amanti. Se per un verso, l'assenza di parole diventa una paralizzante afasia nelle scene di vita quotidiana, dall'altro assume i contorni della nuova libertà gestuale e rituale di un amore non convenzionale di un compagno che diventa fantasma. Questa strana condizione è ancora più evidente grazie alle finali epifanie di una presenza che non si vede, ma si ode dai proprietari ritornati nelle proprie case. E nella circolarità di una storia magistralmente rappresentata, la bilancia non può che segnare sempre lo zero.
Ferro 3. La casa vuota
Tae-suk gira la città cercando case dove stabilirsi temporaneamente in assenza dei proprietari. Un giorno, mentre è in cerca di una nuova sistemazione, incontra Sun-hwa, una giovane moglie reclusa e maltrattata da un marito ricco e arrogante. I due s'innamorano e Sun-hwa decide di seguire Tae-suk nella sua vita vagabonda fino a quando non vengono scoperti: Tae-suk viene rinchiuso in prigione e Sun-hwa è costretta a tornare dal marito. Quando il giovane viene rilasciato torna subito a cercare la sua amata Sun-hwa inventando un nuovo modo per starle accanto.
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Titolo originale:Bin-jip
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Regia:
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Interpreti:
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Paese:Corea del Sud; Giappone
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Produzione:Dolmen Video, 2005
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Distribuzione:Mustang
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Durata:95 min
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Lingua audio:Coreano (Dolby Digital 5.1);Italiano (Dolby Digital 5.1)
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Lingua sottotitoli:Italiano per non udenti
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Formato Schermo:Wide Screen
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Contenuti:trailers; biografie; filmografie; dietro le quinte (making of); interviste
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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AleNives 04 gennaio 2025Sogno o son desto?
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DANIEL VIGANO' 15 dicembre 2011
Bellissimo film, consigliato agli amanti delle "poche parole". I due protagonisti sono completamente muti, per scelta del regista, e tutti gli altri è come se non parlassero. Da vedere
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Tae-Suk è un ragazzo dal comportamento piuttosto insolito: ogni sera si stabilisce in una casa i cui proprietari risultano temporaneamente assenti. Eppure non è un ladro. Sebbene infatti egli si nutra di ciò che trova all’interno dell’abitazione, si preoccupa al tempo stesso di ricambiare l’ospitalità riparando gli oggetti fuori uso e facendo il bucato. Un giorno il giovane entra in una casa credendola disabitata ma incontra Sun-Hwa, moglie di un uomo ricco e aggressivo che la maltratta violentemente. La donna decide di seguire Tae-Suk nei suoi vagabondaggi, e da questa strana unione è presto destinato a germogliare un amore tanto sincero e profondo che nemmeno i silenzi e la lontananza riusciranno a piegare. "Ferro 3 – La casa vuota", del regista coreano Kim Ki-Duk, è un’opera tanto anomala quanto affascinante. Minimale eppur immensa, è pervasa da silenzi che non hanno mai bisogno di parole per potersi esprimere in tutta la loro forza poetica. E’ un film che racconta una storia d’amore semplice ma universale, delicata e nondimeno ardente, la storia di due giovani anime che, incontratesi per caso, riescono a trasformare quella casualità in destino e a trovare alimento l’una nell’altra. Così da abbracciare, infine, un sentimento che raggiunge la sua massima purezza proprio nel momento in cui si sottrae al cieco sguardo della superficialità umana. Come nella migliore tradizione zen, "Ferro 3" è una pellicola dedicata a chi ama cercare il cuore delle cose.
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