L'ho comprato dopo la brusca interruzione della serie tv (che a me era piaciuta...), sperando potesse svelarmi qualcosa che mai avrei potuto vedere sul piccolo schermo. Ma ho scoperto tutt'altro mondo. Scritto bene, con un'dea originale che però, secondo me, poteva essere sviluppata meglio. Tutto, o quasi, era diverso: non so dire neanche se meglio ma, almeno qui, il finale c'era...
Flash forward. Avanti nel tempo
Un esperimento scientifico induce un temporaneo spostamento della percezione collettiva. Improvvisamente tutti gli abitanti della Terra vanno avanti nel tempo di ventun anni, e possono così vedere alcuni minuti del loro futuro mentre i loro corpi rimangono in stato d'incoscienza. Quando il mondo si risveglia c'è chi ha osservato eventi devastanti o deprimenti, chi ha visto realizzare i suoi sogni e desideri, chi non ha trovato assolutamente nulla.
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Anno edizione:2009
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Valerio Nobile 27 novembre 2016
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Andrea Bazzarini 12 agosto 2010
Ok, l'ho comprato dopo aver visto il telefilm che, essendo stato cancellato dopo una stagione dalla ABC, aveva privato i fan di una conclusione decente. Prima di tutto in questa nuova edizione della Fanucci ci sono in copertina i personaggi del telefilm solo ispirato al romanzo di Sawyer, e infatti neanche uno di loro è presente nel libro. La storia viene narrata secondo il punto di vista di Lloyd Simcoe, un ricercatore del CERN di Ginevra che accidentalmente scatena il salto in avanti nel tempo ma, al di la di tutti i discorsi su intreccio più o meno futuribile, su temi originali (non il tanto sfruttato flashback ma il suo opposto flashforward) e su accattivanti questioni filosofiche relative al libero arbitrio (il futuro dipende da noi? E se arriviamo a conoscerlo, possiamo cambiarlo?), il romanzo è scritto in maniera ingenua e semplicistica, una delle cose più brutte che abbia mai letto. Esempio, il capitolo del salto in avanti nel 2030 inizia con queste parole: “Il tempo passa, le cose cambiano”. Se vi è piaciuto il telefilm non leggetelo, se vi piace la letteratura fate lo stesso.
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EMANUELE LACOPO 12 dicembre 2009
Bruttino, alla fine del viaggio direi bruttino. I personaggi non hanno appeal, le storie avanzano senza piacere, le incursioni scientifiche lasciano il tempo che trovano, la domanda di fondo sul libero arbitrio non ha una risposta soddisfacente e il finale quasi quasi rischia di far deragliare tutto. Volendo spendere qualche parola in più trascurerei completamente i protagonisti, mere sagome di cartone, e accennerei di sfuggita alle loro storie, ma solo per dire che sono trattate troppo facilmente e mancano di gusto affabulatorio: Sawyer racconta di scienziati che finiscono per proiettare la coscienza dell'intera umanità in avanti di 20 anni evitando però (magari perché i tanti fili narrativi non frustrassero ciò che più gli stava a cuore) di inserire le pressioni delle varie nazioni per impossessarsi o usare a proprio vantaggio quanto hanno sperimentato, minimizzando oltretutto i risvolti catastrofici e luttuosi dell'avvenimento sulla coscienza e sulla vita quotidiana di questi nuovi Prometeo... una storia insapore e inverosimile forse troppo sazia della propria idea per preoccuparsi di curarla. Per quanto riguarda le incursioni scientifiche si tratta di corpi estranei all'interno della materia romanzata, quasi fossero inserti o riquadri isolati all'interno di un articolo che tratta d'altro. L'apatica narrazione, inoltre, si riflette su questi 'asterischi' rendendoli stimoli privi di forza. Parlando del libero arbitrio, una volta spiegato il 'cubo di Minkowsky', la domanda di fondo sulla sua esistenza non approda a nulla di interessante, né un'indicazione personale dell'autore su come sopravvivere ad un destino immutabile né una svolta narrativa di soddisfazione, si procede oltre lasciando che un personaggio si suicidi opponendosi al futuro che ha visto per sé e dimostrando all'umanità che quel futuro non è scritto una volta per tutte. Sul piano drammatico si scioglie quindi un nodo vitale rilasciandolo però non come fosse una svolta cruciale ma un mero passaggio - mettiamo da parte che fosse nell'aria sin dalle prime pagine e che sia scontato -. Oltretutto tale passaggio rimane un escamotage puramente narrativo necessario per sbloccare una fabula che non ne può fare a meno se vuole andare avanti, è una speranza dell'autore, un fatto ipotetico non riscontrabile utile come un qualsiasi deux ex machina che salva all'ultimo secondo l'eroe mentre lo stanno per uccidere (per riportare un esempio che ricorda lo stesso Sawyer, è come Superman che gira intorno alla terra così velocemente da far tornare indietro il tempo e salvare Loris Lane). Infine, durante il secondo viaggio nel futuro ambientato 20 anni più tardi, uno dei due protagonisti si perde in un'odissea lunga miliardi di anni vedendo l'universo evolversi, l'umanità sparire e nessun'altra specie di vita intelligente svilupparsi, l'uomo era da solo e solo pochi sopravvivono (tra cui lo stesso scienziato protagonista della visione) in un surrogato robotico di eternità. Si tratta di un passo piuttosto lungo che apre altre porte, altri sviluppi, altri interrogativi senza chiuderne nemmeno uno né arricchendo quanto raccontato finora o quanto ci si prepara a raccontare. Forse, questo brano così fuori posto, serve solo a guidarci verso la chiusura romantica del libro, quando entrambi gli scienziati protagonisti abbracciano definitivamente l'amore. Quale che sia lo spirito che ha animato l'ultima parte del romanzo non è di aiuto a migliorare il giudizio: un libro bruttino.
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