Giustizia è fatta

ho vissuto le pagine del menabò. Ne taggo considerazioni, a pelle ribollente, che trascrivo. Mi par di vederla, I'Autrice. Posiziona il suo trespolo e scarica accecznilampi al magnesio. Passionali. Intensi. Odorosi. Su 28 figure maschjli e 14 femminili, al profumo dt zolTa e di zagara, bulinati come i pastotelli a San Gtegodo degli Armeni. Poi, caricato lo strumento in spalla, artaracz su passaggi epocali' Ne tratteggia ben undici, dal 1918 aL1989. Una vera saga. Ma, sullo sfondo, comunque, noflostante il canto tdnacrio e le sublimità espressive, domina sugli uomini e sulle cose, l'impietoso dio: iI Fato. Lt forza del dire, esPressa da&guranti, è creatrice e pugnace, ma nulla può contro I'Ordine predestinato della storia etnea. In Giustiqia è fatta Ia Capdno si cala a nude mani nelle viscete dell'esistere e, come pefvasa da fùria maieudca, lotta per estratre dai suoi petsonaggi nuove melodie di vita. Novella atuspice, Angela, invoca il segno divino sulle sue cfeatufe. Ma le epifanie degli Dèi, dispensatori di doni, sono lontane. Ancora una volta, come dicono gh atabi, maktub, eta sctitto. Il Destino sogghigna. Ma la lettura Provoca fremiti. Non è poco. Auu. Prof, Cordiano Romano