Guerra & droga
«Dai jihadisti agli eserciti Nato, dalla "droga di Stato" alla chimera del siero della verità: l'investimento sulla chimica accomuna praticamente tutte le forze militari e di intelligence» - Giulia Villoresi, Il Venerdì di Repubblica
Dagli oppiacei assunti - e spesso trafficati - dai contingenti internazionali in Afghanistan a quelli dell'Uck nel Kosovo protetto dalla Nato; dall'anfetamina usata dai Top Gun e dalle forze speciali statunitensi alle metanfetamine prodotte dai nazisti ieri e dallo Stato Islamico oggi, passando per il boom di psicofarmaci prescritti a reduci e soldati, in qualche caso provocandone addirittura la morte, fino agli interessi dei servizi segreti, a esperimenti condotti anche su civili inconsapevoli, con nuove sostanze psicoattive, usate persino contro gli oppositori politici o per finanziare conflitti clandestini tramite il narcotraffico. Sostanze che riducono inibizioni e paure, che aiutano a sopportare la fatica e ad aumentare la soglia del dolore, o usate come "arma tattica" per rendere il nemico inabile a combattere. Un rapporto, questo tra guerra e droga, che ha origini antiche quasi quanto la guerra stessa. Sullo sfondo, la sottile linea, tutta politica, che divide le sostanze considerate legali, da quelle ritenute illegali, per capire come gli usi/abusi generati dalle guerre siano stati sfruttati strumentalmente per imporre il proibizionismo, il cui fallimento è ormai sotto gli occhi di tutti. In questo libro si ricostruisce una fotografia del passato e del presente attraverso i numerosi viaggi in Medio Oriente (Balcani, Iraq, Siria, Libano, Libia, Afghanistan, Turchia) che l'autore compie da più di dieci anni e grazie a documenti ufficiali desecretati dagli Archivi di Stato di Usa, Gran Bretagna e Germania.
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Anno edizione:2017
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