Lettura piacevole: intrigante descrizione della sensibilità umana, ma finale contorto e poco chiaro.
Alla vigilia del suo nono compleanno, la timida Rose Edelstein scopre improvvisamente di avere uno strano dono: ogni volta che mangia qualcosa, il sapore che sente è quello delle emozioni provate da chi l'ha preparato, mentre lo preparava. I dolci della pasticceria dietro casa hanno un retrogusto di rabbia, il cibo della mensa scolastica sa di noia e frustrazione; ma il peggio è che le torte preparate da sua madre, una donna allegra ed energica, acquistano prima un terrificante sapore di angoscia e disperazione, e poi di senso di colpa. Rose si troverà così costretta a confrontarsi con la vita segreta della sua famiglia apparentemente normale, e con il passare degli anni scoprirà che anche il padre e il fratello - e forse, in fondo, ciascuno di noi - hanno doni misteriosi con cui affrontare il mondo. Mescolando il realismo psicologico e la fiaba, la scrittura sensuale di Aimeé Bender torna a regalarci una storia appassionante sulle sfide che ogni giorno ci pone il rapporto con le persone che amiamo.
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Anno edizione:2011
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Silvia N. 07 maggio 2025
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Teresa Russo 19 febbraio 2018
Inizio col dirvi che quello che mi ha spinto ad acquistare questo libro è stato il titolo, mi incuriosito talmente tanto che sono subito andata a leggere la trama che a sua volta mi ha incuriosito al punto da volerlo prendere a tutti i costi. E’ stata una lettura davvero bella. Di quelle che ti catturano e ti sconvolgono, lasciandoti anche abbastanza interdetta e confusa. E’ un libro a mio parere malinconico ma bello. La prosa è molto scorrevole e mi piace la scelta del discorso indiretto, oltre che del racconto in prima persona. L’autrice scrive talmente bene che anche il semplice racconto della vita quotidiana, la descrizione della sua famiglia diventano speciali. L’idea di base è tanto inverosimile quanto affascinante e soprattutto è raccontata con grande maestria tanto che sono riuscita benissimo ad immedesimarmi nella protagonista. Attraverso i suoi ricordi conosciamo pian piano tutti i membri della famiglia. Un fratello chiuso e poco incline alle relazioni con gli altri che concede sprazzi di leggera partecipazione soltanto in famiglia ed in occasioni particolari. Un padre caparbio ma alienato da una vita abitudinaria che gli impedisce di vedere al di là del suo naso (o almeno sembra) e una madre scalpitante, che si sente intrappolata in una vita che le sta stretta e che ha un rapporto speciale con il primogenito di cui la protagonista è segretamente gelosa. Sono stupita di quanto mi sia piaciuto questo libro nonostante nella storia ci siano pochi colpi di scena ed essa proceda tranquilla per la sua strada. Ho trovato le pagine dedicate al fratello molto triste, malinconica. Così profonde. Tutto il libro lo è. Nell’ultima parte del testo leggiamo di come la protagonista impari a gestire e convivere con il suo particolare dono, scoprendo come sia forse una eredità familiare questa capacità di sentire prepotentemente i sentimenti che animano il cuore di chi prepara il cibo che mangia. Un finale strano per un libro molto particolare che mi ha lasciato qualcosa di bello e importante. Non saprei ancora definire a parole cosa ma di certo non delusione, anzi, sono sicura di voler leggere ancora altro dell’autrice.
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FEDERICA PETRELLESE 06 maggio 2016
L'acquisto di un libro non molto noto si basa soprattutto sul titolo e sulla copertina che sono effettivamente molto accattivanti e incuriosiscono. Il libro racconta le vicende di Rose, una bambina che scopre di riuscire a capire, assaggiando le cose cucinate dalle persone, quali sono le loro emozioni e i loro sentimenti. L'idea di partenza è originale e interessante, ma non si sviluppa bene nel corpo del libro, perché la storia si perde in altri racconti che sembrano marginali, ma che alla fine fanno perdere il filo della storia principale.
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