A due mesi di distanza dall’avvenuto passaggio dei poteri al governo provvisorio del primo ministro Allawi, l’Iraq offre un quadro desolante. Nel triangolo sunnita, soprattutto nella zona di Falluja, il governo non esercita autorità alcuna. Nella lotta al terrorismo non ha potuto registrare successi di sorta, e anzi la vita dei suoi stessi massimi esponenti è costantemente in pericolo: essi debbono venir scortati da guardie armate. L'industria petrolifera, sul cui funzionamento si era puntato, è quasi completamente paralizzata dai sabotaggi, soprattutto nel sud del Paese. (...) Il presidente Bush - spinto da uno zelo missionario - ha giustificato la sua guerra contro l'Iraq, fra l'altro, con l'argomento secondo cui, dopo la caduta di Saddam Hussein, la democrazia avrebbe potuto espandersi a tutta la regione. Ora invece gli islamisti radicali rispondono a questo intervento dei "nuovi crociati" rivendicando a loro volta che le donne musulmane non vengano costrette ad assoggettarsi ai costumi occidentali. (...) Non possiamo far a meno di notare che USA e Gran Bretagna, anziché limitare i danni del terrorismo, hanno ottenuto con questa loro guerra esattamente il contrario.
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Anno edizione:2005
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