Calenda, in maniera non banale riesce ad analizzare le problematiche e gli scenari futuri che l’Italia (e l’Occidente, più in generale) dovrà e sta già affrontando. Questo libro è un appello verso una politica migliore, fatta di azioni concrete, che vada oltre agli slogan e alle proposte spicce di Lega e M5S. Mi ha colpito l’analisi della sconfitta del PD alle elezioni del 2018. L’obiettivo di Calenda è la creazione di un “Fronte Democratico” capace di contrastare i partiti populisti. A distanza di due anni, nonostante la nascita di Azione e la formazione del governo PD-5S, il libro è molto attuale e rappresenta con chiarezza le necessità e le priorità che un governo serio dovrebbe avere per migliorare un Paese in decadimento. La copertina (spiegata nell’ultima pagina dallo stesso Calenda) è la ciliegina sulla torta. 10/10
Orizzonti selvaggi. Capire la paura e ritrovare il coraggio
Un libro politico. Non il libro di un politico. Una riflessione profonda e una proposta innovativa da uno dei nuovi protagonisti della scena politica italiana.
Le classi dirigenti hanno perso ogni contatto con il presente, rompendo la relazione di fiducia con i cittadini. Questo libro cerca di ricostruire le motivazioni del declino della classe politica, soprattutto quella progressista, di analizzare la consistenza delle paure globali e di suggerire un metodo per affrontarle.
«L'atteggiamento di Embraco dimostra totale irresponsabilità nei confronti dei lavoratori e totale mancanza di rispetto nei confronti del governo. Io non ricevo più questa gentaglia...» È con questa parola, "gentaglia", che il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda inizia la sua ascesa nell'immaginario di milioni di italiani, perché è una parola desueta, perché è "una cosa di sinistra", perché parla di una politica che vuole tornare a dettare le regole. Dettare le regole, del resto, è un compito al quale nessuna classe dirigente può più sottrarsi, perché stiamo affrontando una fase di profonda trasformazione che è necessario governare. Basta guardarsi intorno: stiamo passando rapidamente da un'economia manifatturiera a un'economia della conoscenza, sempre più globalizzata e tecnologica. E questi anni di brutale transizione stanno producendo paure finora ignote. Per questo è necessario agire subito per arginarle, trovando criteri radicalmente nuovi di redistribuzione della ricchezza, gestendo il consumo delle risorse, inventando sistemi di tassazione che pongano riparo alle attuali voragini di privilegio, ammaestrando l'ingresso delle multinazionali dentro le fragili economie nazionali. Sono sfide che chiedono come mai prima d'ora coraggio alla politica, e a economisti e intellettuali strategie di lungo termine. Perché i cambiamenti sono di tale portata da non consentire improvvisazione e, per non far cadere il paese spaventato tra le braccia del populismo, le élite devono tornare a svolgere il loro ruolo. Immergersi nelle paure dell'oggi e definire i contorni dei nostri orizzonti selvaggi sono il primo passo per ricostruire un pensiero politico credibile, capace di coinvolgere e mobilitare i cittadini.
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Anno edizione:2018
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