Rosso barocco. Le indagini del libraio Ettore Misericordia
Un presagio enigmatico è nascosto nelle ultime parole di Borromini: l’arte può diventare una passione pericolosa. Ironico come Simenon, Geniale come Camilleri
Ettore Misericordia è un libraio antiquario romano che collabora con la polizia. Quando viene ritrovata una scritta che imbratta i muri della chiesa di Sant'Agnese, è lui a essere convocato. Risulta infatti che la frase è riconducibile alle ultime parole pronunciate dall'architetto romano Borromini, sul punto di suicidarsi, nel 1667. Misericordia e Fango, suo fido aiutante, si mettono subito all'opera, ma hanno appena cominciato le ricerche quando il cadavere di una donna viene scoperto nella stessa chiesa. Le modalità dell'omicidio ricordano il martirio di Sant'Agnese, la cui testa è conservata nella cripta. La donna brutalmente sgozzata è Silvia Pioppi, una studentessa d'arte, grande estimatrice proprio di Borromini. Questo sembra confermare il sospetto che siano coinvolti nell'omicidio gli affiliati di una misteriosa confraternita dedita al culto di Gian Lorenzo Bernini: i due grandi architetti, infatti, erano storicamente nemici. Ma un'antica rivalità del Barocco può tornare a seminare morte dopo secoli?
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Anno edizione:2018
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