Il libro ascetico della giovane Italia - Gabriele D’Annunzio - copertina
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Il libro ascetico della giovane Italia
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Roma, Il Vittoriale degli Italiani (“L’Oleandro”); 1939; Noisbn; Copertina flessibile muta con sovracoperta; 20,5 x 13 cm; pp. 484; A cura Il Vittoriale degli Italiani. Stampato nelle officine dell’Istituto Poligrafico dello Stato. Prima edizione originale nella collana; Presenta leggeri segni d'uso e del tempo, imperfezioni alla sovracoperta con bruniture al dorso. Piccola sigla e data alla prima pagina bianca, interno pulito . N. 40 della serie "Prose varie" secondo il piano editoriale della Fondazione Il Vittoriale degli Italiani (collana “L’Oleandro”, 1939–1942) ; Buono (come da foto). ; Contiene tra altri alcuni testi non più ripubblicati integralmente : - La parola di Farsaglia (1895) - Laude dell’illaudato (1897) - Esempio italico del genio vittorioso, esposto ai giovani d’Italia (1901) - Effigie dell’Italia, rialzata sulla riva destra del suo fiume santo (1917) - Primavere sacre dell’Italia alata, e ripudio dell’Occidente (agli aviatori in Centocelle, 1919) - Il diario della volontà delirante e della memoria preveggente - Tre preghiere dinanzi agli altari disfatti (Doberdò, Sernaglia, Aquileia) - Laude della povertà per il Natale fiumano del 1919 - Difesa dei lavoratori assunta in Fiume d’Italia (9 aprile 1920) - Discorso ai Signori della Corte, Fiume d’Italia (6 giugno 1920) - «Suso in Italia bella». Meditazione nel trigesimo dell’Esodo (1921) - Frammenti di un colloquio avvenuto in un giardino del Garda (1922) - Canto di festa per Calendimaggio (1900) - Commiato del canto (con i frammenti poetici finali) ;

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Gabriele D’Annunzio

1863, Pescara

Debuttò giovanissimo con la raccolta di versi Primo vere (1879), cui seguì nel 1882 Canto novo, nel quale è evidente l’imitazione di Carducci temperata da una già personale vena sensuale e naturalistica. A Roma, dove iniziò (ma non concluse) gli studi alla facoltà di lettere, D’Annunzio visse all’insegna della mondanità e dell’estetismo, sempre alla ricerca di nuove sensazioni in nome di un compiaciuto erotismo al quale sarebbe rimasto fedele sino alla fine con ossessive varianti. Dal decadentismo europeo assimilava, intanto, ideali di sensibilità e di raffinatezza e il gusto del tecnicismo formale: nacquero così, accanto ad alcune raccolte di versi, romanzi come Il piacere (1889), Giovanni Episcopo (1891)...

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