Non è un il solito saggio sugli anni di piombo ma una raccolta di storie avvincenti, narrate in modo scorrevole e accattivante. Consigliato.
Maledetti '70. Storie dimenticate degli anni di piombo
È possibile raccontare gli anni Settanta senza ridurre la complessità di quel decennio infuocato alla sola denominazione di anni di piombo? È questo il problema con il quale si sono cimentati gli autori di Maledetti '70, che hanno dato retta al motto di Ralph Waldo Emerson - "non esiste propriamente storia, ma solo biografia" - e si sono immersi nella ricerca dei piccoli, grandi protagonisti di quel tempo: da "Agostino O' Pazzo", giovane Masaniello che sfida le forze dell'ordine tra i vicoli di Napoli a bordo di una Gilera 125 truccata, ad Angelo Gallo, lo sconosciuto democristiano calabrese che osa tirare le orecchie al presidente del Senato Amintore Fanfani per il suo disimpegno verso il Sud. Da Ralph Minichiello, il marine italo-americano reduce del Vietnam che, a causa di un inspiegabile ammanco di 200 dollari sul suo conto, decide di dirottare un Boeing per rientrare in Italia fino a Carlo Rivolta, promettente giornalista di «Repubblica» e «Lotta Continua» morto di overdose nei primi anni Ottanta. Pur non mancando, sullo sfondo, le vicende paradigmatiche dell'epoca - la violenza politica, la strategia della tensione, le ingerenze straniere - sono questi protagonisti e i loro aneddoti a immergere il lettore nell'atmosfera e nella mentalità degli anni Settanta, anni maledetti e turbolenti, eppure terribilmente affascinanti.
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Anno edizione:2018
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Simona Longo 12 giugno 2018
Un collage di icone e simboli che hanno caratterizzato un decennio di storia italiana, su uno sfondo rosso corallo. È questa l’accattivante copertina di “Maledetti 70”, un libro “sopra le righe”, che merita di essere letto dalla prima all'ultima pagina. Il pregio dell'opera, che ricostruisce in maniera del tutto inedita la storia del nostro Paese nel decennio dei ‘70, è quello di non limitarsi a un pedissequo resoconto di fatti e avvenimenti, fornendo approfondimenti e dettagli che la differenziano dalle solite rassegne. Gli autori, andando oltre la sterile narrazione, hanno affrontato i temi del libro con grande sensibilità, che traspare dalla lettura, rendendola godibile e mai noiosa, nonostante l'ostichezza e, in alcuni casi, la crudezza degli argomenti trattati. La piacevolezza della lettura, inoltre, è dovuta a una scrittura fluida e scorrevole, che non appesantisce. La scaletta dei “pezzi” più belli è chiaramente rimessa alla personale valutazione di ciascun lettore. Chi scrive, ha particolarmente apprezzato quello sulla strage di Piazza Fontana. Una pagina amara, ma raccontata con un pathos e un trasporto tali che, leggendo, sembra quasi di vederla.
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