Mea culpa. Voglio che mio figlio sia orgoglioso di me

Come autore e persona affetta dal disturbo narcisistico della personalità, non posso che essere in accordo con harap398. L'autore gioca su di un vittimismo tipico dei borderline, infangando non solo chi come me, lotta ogni giorno contro una malattia che ti isola dal contesto sociale, ponendoti come unico idolo da venerare, e inoltre, offre una lettura malsana al pubblico, giustificando le proprie colpe. Spesso nei miei romanzi faccio riferimento ai serial killer, mostrando al lettore come una vittima possa tramutarsi in carnefice. Ma ciò non giustifica il carnefice. Offre solamente uno sguardo più ampio, facendo capire che se non ci fosse un carnefice a fare vittime, non ci sarebbe neanche un carnefice. Tutto questo, senza contare di come una casa editrice quale la Mondadori possa pubblicare una simile roba. Ma ne abbiamo viste di cotte e di crude, no? Basta essere famoso o figlio di ricchi, e si ha il via libera alle grandi realtà editoriali. Mentre autori come me, che in tre anni hanno pubblicato otto romanzi con realtà più piccole, restano mister sconosciuto. Grazie ancora, Corona e Mondadori, per quest'opera vuota e inutile, letta da me in ebook giusto per avere voce in capitolo. Cielo, solamente parole sterili e prive di patos. Ma stiamo scherzando? Da evitare assolutamente!

Questo libro rappresenta una forma di giustificazione per chi ha un problema grave, come quello della dipendenza da stupefacenti e un disturbo della personalitá narcisistica/borderline. L´autore si descrive come un eroe maledetto, giustificando il suo passato come il risultato di una vita sregolata fatta di esagerazione e di eccessi. Questo libro aumenta la disinformazione riguardo alle malattie psichiche. I disturbi della personalitá sono malattie da non sottovalutare e necessitano di una terapia adeguata. Questo libro non é né una presa di coscienza della propria condizione, né un aiuto, per chi si trova nella stessa condizione. È pubblicitá mediocre e marketing...Noi psicoterapeuti e psichiatri, che lavoriamo in questo campo, dobbiamo combattere ogni giorno contro la disinformazione.