Questo libro mi ha decisamente catturata fin dalle prime righe per l’intensità con la quale viene descritto ogni giorno: raccontato dalla prospettiva della sedicenne Keeley, il libro non parla solo di vita scolastica o di calamità naturali, ma parla anche di sentimenti forti, di legami importanti, di radici, e di paure, aspettative e sogni per il futuro. Parla anche di grande forza di volontà, di una grinta che spinge in primis a pensare a rendere felici quelli che ci stanno attorno e poi, forse, a pensare a se stessi, una serie di momenti talmente pieni che, sebbene racchiudano la gran parte della storia in un mesetto scarso, sono narrati in modo così denso di particolari da trascinarmi in quel posto in un battibaleno. Pagina dopo pagina avevo sempre di più la sensazione di umidità e di temporale imminente che aleggiava nel libro… Penso che sia un elemento importante per uno scrittore quello di attirare a tal punto la completa attenzione del lettore, ed è quello che ha fatto Siobhan Vivian. Nonostante abbia scelto una protagonista imperfetta sotto alcuni aspetti, mi sono identificata molto nella protagonista Keeley perché l’ho sentita vicina a me nei ragionamenti e nella volontà continua di trovare un motivo per far sorridere gli altri, nel suo innato ottimismo e nella sua dote di voler vedere sempre il lato positivo in tutto, perché, anche se talvolta sembra difficile da vedere, c’è.
