Difficile classificare questo romanzo. Definirlo “Thriller” può essere appropriato? O magari sarebbe più giusto farlo rientrare nella categoria Fantascienza? Chissà. Quello che è certo è che si tratta di uno scritto avvolgente, avvincente e con una trama molto ben congegnata. Personaggi più o meno reali si mescolano a personaggi di pura fantasia, facendo oscillare continuamente il lettore tra il piano del reale e il piano del fantastico; oserei dire del “fanta-mitologico”. Rimandi al Mito greco si fondono in una dimensione futuristica, che solleva domande; che pone interrogativi. Storia millenaria incastonata tra le pieghe del contemporaneo; Storia millenaria che viene in nostro soccorso per salvarci da Quello che sarà. L’autore evoca immagini e sensazioni perdute e lontane, armato dell’arma più potente: la Parola. Giovanni è l’uomo che si proietta nel futuro e che si sforza di afferrarlo. Ruggero è l’uomo che fa da ponte tra l’essere e il divenire; che vorrebbe potersi ancorare alle certezze che ama e che lo fanno sentire al sicuro, ma che viene scaraventato suo malgrado in una dimensione che non gli appartiene e che vorrebbe poter allontanare da sè; è l’uomo che però, messo alla prova, riesce a affrontarla brillantemente. Uno nove nove Tre dovrebbe essere il Nemico, ma sin dall’inizio questo essere mostruoso non riesce a suscitare un sentimento di totale repulsione, perchè in fondo qualcosa di umano lo ha e quello che gli manca è qualcosa che di fatto noi stessi gli abbiamo sottratto. Un romanzo completo e maturo che merita di essere apprezzato per la sua originalità e per i messaggi che vuole veicolare: forse in primis il potere salvífico dell’Amicizia, ma anche la delicatezza della poesia, la riscoperta delle nostre radici e delle nostre aspirazioni migliori; l’importanza dello sforzo che forse ciascuno dovrebbe compiere per comprendere dove stiamo andando e se siamo veramente convinti di aver intrapreso la strada migliore per arrivarci.
