Tra i prodigi che può compiere un filosofo matematico, c'è sicuramente la stesura di opere divulgative del calibro di questa che nulla ha a che vedere con le aride lezioni di matematica, ogetto di incubi giovanili di intere classi studentesche. Ma di matematica pur si tratta! Del calcolo infinitesimale per l'esattezza, ma con qualche ingrediente in più. Rapito da uno stile narrativo suadente, il lettore avrà la sensazione di leggere un romanzo di vita, di uomini e...di "amore". Un'inattesa sorpresa dell'intelletto: il connubbio (forse perfetto) tra quei simboli disegnati con una matita su di un pezzo di carta al chiarore (effimero) di una candela e quell'immanenza umana che ci relega ad azioni concrete e distinte all'interno di un mondo fisico. E, naturalmente, una passione intrinseca per l'eleganza della matematica. Questi gli ingredinti di quello che sembra essere un equilibrio perfetto tra la cronostoria delle vicende che condussero all'introduzione di un'importantissimo strumento matematico e, dall'altra parte, la trascendente magia di un'intuizione che sembra essere stata soffiata da un alito divino. Lo stile accattivante dell'autore, nella sua scorrevolezza, lascia spazi per la riflessione personale, ed imbocca ampi stimoli per la comprensione delle connessioni tra la matematica e l'ambiente (terreno) che ci circonda. Una volta intuito il filo conduttore della narrazione, il testo si legge praticamente tutto d'un fiato, senza esitazioni, fino alla fine. Lo scrittore ha realizzato, con quest'opera, un riferimento nuovo che andrà a modificare il modo di osservare il mondo da parte di coloro i quali, matematici e non, si avventureranno nella lettura di un libro rivolto ad un pubblico vasto, più di quanto ci si apetti...
