Niente a che vedere con Shantaram. Un romanzo senza costrutto, con personaggi scialbi e stanchi, come stanco sembra anche il protagonista in balia degli eventi. Decisamente non mi ha convinto.
"Un unico sbaglio può appiccare il fuoco a una foresta nel cuore, oscurando ogni luce...": così comincia quest'opera. "Shantaram" ha come protagonista Lin, il "filosofo che ha smarrito l'integrità nel crimine", il fuggiasco divenuto a Bombay un "uomo della pace di Dio" in grado di allestire ospedali per mendicanti e di stringere relazioni pericolose con la mafia indiana. Ne "L'ombra della montagna" perduto nella giungla urbana di amore, morte e resurrezione dell'immensa metropoli indiana, Lin è alle prese con la Grande Ombra che si abbatte, improvvisa, sulla sua esistenza, su quella delle sue donne, Lisa e Karla, e dei suoi amici più cari. Dopo la morte di Khaderbhai, il gangster-saggio che lo ha eletto a suo allievo, Lin si ritrova, in compagnia di Abdullah e di altri membri della vecchia organizzazione, nella Sanjay Company, la società criminale diretta dall'ambizioso Sanjay Kumar. In una delle scorribande in compagnia di Vikram, si imbatte in Concannon, uno straniero come lui, un irlandese dell'Ulster con uno scintillio spavaldo, quasi un presagio minaccioso negli occhi. Quell'incontro è l'errore destinato a oscurare ogni luce. Concannon non conosce, infatti, compassione. Per essere sincero con sé, per non fingere ciò che non è e non può, deve essere insensibile a tutto e a tutti, e seguire il suo destino, la sua "follia marziale" che lo spingerà a scatenare una guerra sanguinosa tra la Sanjay Company e la banda degli Scorpions...
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Anno edizione:2015
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Lorenzo Calculli 07 giugno 2020
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Martina Mondoni 29 novembre 2017
Il seguito di Shantaram è stato forse atteso per troppo e con troppa smania. Sembra la caduta di un eroe, quello che non vorremmo né leggere né vedere, un mondo nel quale ci sappiamo muovere che si sgretola, divenendo sempre più ostile ed emarginante. Vorrebbe ma non riesce ad eguagliare lo splendore del primo libro, troppe scende di combattimenti da film, rimanendo comunque una buona lettura.
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ALBERTO BROCCA 06 ottobre 2017
Più che della montagna questo romanzo è l'ombra, e pure pallida, del primo Shantaram. Una trama improbabile e senza la magia e ispirazione che c'erano nel primo romanzo. Personaggi nuovi senza spessore e vecchi che sembrano controfigure dell'originale. Anche senza voler fare un confronto questo libro non passa i minimi requisiti per poter essere considerato leggibile.
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