La precisione dell'acqua - Chiara Novelli - copertina
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La precisione dell'acqua
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Descrizione


La salita sulle montagne russe dei racconti - un'ardita miscela fra l'autobiografico nascosto fra le pagine e la narrativa di pura evasione che inaspettatamente diventa riflessione sul rapporto fra uomo e donna, fra il Divino e il quotidiano, fra la fantasia e la cruda realtà, e la discesa nel buio totale dell'animo umano - si snoda attraverso numerosi scandagli del proprio pensiero, ciascuno posto a profondità o altitudine diversa, con l'arte come elaborazione e via di fuga. Racconti brevi, asciutti e moderni alcuni, altri più vicini alla soglia del romanzo fantasy, talvolta per indagare l'aridità dell'animo e sempre per stupirsene: l'autrice la combatte contrapponendole pura poesia a inframmezzare le scene, riflessioni che mettono in surplace la storia lente discese nel profondo del proprio sé che preparano impetuose risalite. Chiara Novelli riesce a partecipare al gioco della narrativa mai banale, delle atmosfere cariche di angoscia o di leggerezza che diventano, nelle pagine successive, allegria e subito tensione emotiva e sensuale, storie (quasi) vere che diventano specchi da risalire nella totale illusione.

Dettagli

11 marzo 2015
240 p., Brossura
9788840402178

Valutazioni e recensioni

  • Nel primo racconto, “Il burattinaio e la tessitrice”, che è anche il primo in ordine cronologico, emergono chiare le consonanze col mondo poetico di “Paradisi fragili”: esso appare subito come una sorta poesia tradotta in prosa! Cosa sono infatti espressioni come “vide nell'aria collane di farfalle e perle generarsi dalle idee per essere donate a sirene remote o pesci d'argento, a sconosciute ragazze innamorate”, se non il proseguimento delle suggestive immagini poetiche che l’Autrice ci ha regalato in “Paradisi fragili”? E’ dunque importante che si sia mantenuta nella sequenza dei racconti l’ordine cronologico col quale sono stati scritti: in tal modo si possono scorgere nei primi gli elementi di continuità; e, progressivamente, nei successivi, una sempre più autonoma e disinvolta full immersion nel mondo della prosa e, parallelamente, nella quotidianità di storie sempre più umane. In tal senso se ciascuno dei singoli racconti conserva la propria unità e peculiarità, visti tutti insieme essi costituiscono una sorta di unico romanzo di formazione dell’autrice e testimoniano dello sviluppo di oltre un anno (tanto passa tra i due lavori) fecondo di sviluppi interiori, di arricchimenti, e di maturazione intellettuale e stilistica. Ed e’ in tal modo che gradualmente, con lo sviluppo dei racconti, si fanno i conti con situazioni a mano a mano più concrete, con umanissimi difetti e dubbi, con personaggi che riusciamo, pur nella brevità del genere racconto, a seguire spesso nella loro formazione ed evoluzione, come è il caso fin da “Il signor menzogna”, ove lo sviluppo di coscienza del protagonista lo porta a rompere con una realtà che lui stesso non può più accettare e tollerare, fino al punto da cambiare completamente luogo dove vivere e potere così entrare in contatto con situazioni del tutto nuove che lo porteranno ad un rapporto finalmente sincero ed immediato con gli altri e fino alla convinzione che per gli altri può esser giusto anche sacrificarsi e in certo senso immolarsi. O come è il caso di “L’inserviente e la sua guerra con la vita”, quadro riuscitissimo attraverso il quale seguiamo in brevi ma significativi tratti lo sviluppo di una personalità complessa, di un perdente cui, ogni qual volta sembra mettere le mani su qualcosa di significativo, la vita gli si rivolta contro, in una guerra che non finisce mai. Con “La precisione dell’acqua” dunque siamo passati “dalla Poesia alla Prosa”. Espressione questa utilizzata quasi sempre in senso negativo, per designare in certo modo una perdita di purezza, uno sporcarsi le mani, uno scendere dal cielo alla terra. In questo caso, come si diceva sopra, non è vero, e l’espressione non può che assumere connotati positivi e rilevanti. Non solo perché nella visione del mondo di Chiara, come abbiamo visto, non c’e’ tanta distanza tra il cielo e la terra, ma anche perché la presente raccolta di racconti esce a più di un anno di distanza da “Paradisi fragili”, e questa distanza temporale appare subito essere stata utilizzata per un grande arricchimento interiore, cui si faceva cenno prima, capace di conferire ai racconti uno spessore emozionale e culturale in parte sconosciuto o solo potenzialmente riconoscibile nella raccolta poetica. Insomma ci si rende subito conto, leggendo i racconti, che l’anno e più trascorso dalla stesura delle Poesie è stato di formazione, di grande arricchimento concettuale e stilistico. Nel cuore della raccolta troviamo il già accennato racconto “Una trama senza sosta: Psicopatologia di una nevrosi”, vera e propria mappa psichica della protagonista, che noi seguiamo con il medesimo interesse che deriva dalle letture più avvincenti. Si tratta di uno dei racconti scritti in prima persona, come ce ne sono altri nell’ambito di questa raccolta: solo che in questo caso la narrazione per prima persona ci prende per mano e ci fa riconoscere, qua e là disseminati in questa mappa della coscienza in divenire, elementi autobiografici, stati d’animo tipici, concetti rivelatori della Weltanschauung propria dell’autrice, come quella cui si faceva riferimento, “amo il tutto che ritrovo in ogni creatura”. Si tratta certamente di uno dei punti più alti dell’intera raccolta e mi piace ricollegarlo idealmente all’altro racconto, che pure definirei dell’anima come la “La pittrice, i tre uomini e il fumo color arancione. Insieme idealmente costituiscono un percorso interiore unico. Il racconto di un’anima. I luoghi dell’anima. La parzialità dell’anima, dove, nell’essere parziali, c’è tutta la incompiutezza, la fragilità, il sentire la mancanza della totalità dell’amore e della vita (ma esiste?), ma soprattutto e positivamente l’umanità imperfetta, ma anche perfettibile almeno in certo grado e per questo tanto più vera: “Parzialità è il mio nome, frantumi che rifrangono luci alterate, ritmi tra frasi opposte”. Parzialità che diventa motivo di dramma dai contorni umani e politici in “Doppio viaggio”: una incompiutezza obbligata dalle circostanze politiche che si assomma a quella caratteriale e psicologica che informa di se l’animo dei personaggi. Fin dall’inizio del racconto il lettore viene calato in una atmosfera in cui manca qualcosa di vitale, di essenziale. Il racconto inizia col dolore della consapevolezza di un distacco tra i due amanti, i cui amore fino ad allora non era mai riuscito ad essere totalizzante, ma sempre all’insegna della categoria della parzialità e prosegue con la ricerca ossessiva e senza sosta tesa a colmare tale distacco, tale nuova grave parzialità: una sorta di road movie in prosa, un viaggio vero del protagonista attraverso la Spagna e l’Argentina, che e’ anche un viaggio nella propria coscienza e alla scoperta del proprio passato e di quello della propria amata. Il racconto ha cadenze e ritmi tesi ed appassionanti, che riescono a coinvolgere il lettore ad una storia che ha troppi risvolti e troppe complesse implicazioni per non avvincere e per restare lontana da ogni banalità. In definitiva l’insieme così ricco e variegato dei racconti di “La precisione dell’acqua”, ove pure ci siamo sforzati di riconoscere alcuni elementi comuni e alcuni saldi assi portanti (non ultimo appunto il senso della parzialità dell’animo così presente e così caratteristico), costituisce già dunque, a nostro giudizio, un punto fermo nel percorso interiore ed artistico dell’Autrice e costituisce assieme anche una implicita promessa che direttamente scaturisce dal suo contesto: quello di proseguire questo percorso con ulteriori momenti artistici di alto profilo, derivanti non certo da un compito autoassegnatosi, ma soprattutto dalla ricchezza delle esperienze di vita, che sicuramente non mancheranno in una personalità così poliedrica e ricca di interessi come quelle dell’Autrice, perché “le cose devono nutrirsi col pathos della gioie del momento, perché per muovere le materie ci vuole la meta chiara e, alla fine, la forza della volata”. Prof.MarinoDemata

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