Recensioni La prima luce di Neruda

La prima luce di Neruda di Ruggero Cappuccio
Napoli, 1952. Pablo Neruda è svegliato da un insistente bussare alla porta. Al poeta viene notificato un decreto di espulsione dall'Italia firmato dal ministro Scelba. Sarà accompagnato da due agenti a Roma per essere estradato in Svizzera. Nella stazione della capitale, il poeta è atteso da una folla nella quale si riconoscono i volti di Alberto Moravia, Elsa Morante, Renato Guttuso e Carlo Levi. In mezzo a quella folla una donna, Matilde Urrutia, osserva e attende che si liberi anche il suo amore per Pablo. Dopo il clamore del mondo che lo celebra e vuole che viva la sua voce, la scena si sposta a Capri nella villa di Edwin Cerio, dove i due amanti danno profondità e splendore a una passione segreta e sconvolgente. Vent'anni dopo, a Isla Negra, in Cile, durante il golpe di Pinochet, altri militari busseranno alla porta di Neruda e Matilde. Due stagioni della vita di Pablo Neruda: la stagione dell'amore, delle speranze, di un mondo che si trasforma, e la stagione del buio, della violenza, della morte. Due stagioni raccontate in prima persona dalla voce del poeta e dalla voce di Matilde, due esistenze che raccontano la forza della vita e la grandezza dello stare al mondo. Ruggero Cappuccio si insinua nella fisicità e nel mistero dei suoi personaggi, in un volo incrociato di voci per raccontare la storia di uno dei più popolari poeti del mondo, fra la leggenda dell'amore e la crudezza della Storia.)
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