A distanza di tantissimi anni ho sentito il desiderio di rivedere questo film di Antonioni e mi è piaciuto più della prima volta visto al cinema. La ricerca di una vita migliore da parte di un reporter inappagato del suo buon lavoro e del matrimonio si conclude per uno scherzo del destino con la morte. Bravi sia la Schneider, anche se qui meno vitale che in Ultimo tango a Parigi, che Nicholson di cui è molto piacevole il commento che accompagna il film, con il quale manifesta stima per il regista e in particolare racconta i dettagli tecnici con cui è stata girata la scena finale.
Professione reporter
Durante un servizio giornalistico in Africa, un reporter televisivo, stanco del proprio ruolo di testimone passivo costretto a rimanere sempre al di fuori della realtà che documenta, e amareggiato anche dal fallimento della propria vita sentimentale, decide di cambiare identità. Accortosi dell'improvvisa morte di un suo vicino di camera in albergo, ne assume il nome e il destino.
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Regia:
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Interpreti:
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Paese:Italia
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Produzione:Sony Pictures Home Entertainment, 2013
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Distribuzione:Eagle Pictures
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Durata:119 min
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Lingua audio:Italiano (Dolby Digital 1.0 - mono);Inglese (Dolby Digital 1.0 - mono)
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Lingua sottotitoli:Italiano; Inglese
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Formato Schermo:1,85:1 Wide Screen
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Contenuti:commenti tecnici: commento di Jack Nicholson; commenti tecnici: commento dello sceneggiatore Mark People e di Aurora Irvine; trailers
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Paolo Francesco 20 gennaio 2025INDIMENTICABILE
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“Professione reporter” è un film su cui è stato scritto molto e su cui si potrebbe parlare per ore e ore. Intanto per il significato che questa opera, tra le migliori se non la migliore della filmografia di Antonioni, racchiude: un uomo si sostituisce ad un altro uomo defunto fingendosi morto e prendendosi la sua vita sperando che questa sia migliore. Seguiamo così le vicissitudini dell’uomo (un Jack Nicholson in stato di grazia) da un paese all’altro. Ma le cose andranno diversamente e nel finale realizzato con una tecnica cinematografica di altissimo livello (una telecamera esce dalla finestra e dopo essere stata agganciata ad una gru ruota facendo vedere l’interno dell’appartamento) il protagonista, parafrasando Pirandello, si “vedrà vivere” per poi morire. Con “Professione reporter” Antonioni riprende ed approfondisce il discorso sull’ essere e l’apparire intrapreso con “Blow up”, altro titolo di rilievo del regista, realizzando un’opera fondamentale con pochi dialoghi e dove a parlare è soprattutto la forza delle immagini.
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