Professione reporter di Michelangelo Antonioni - DVD
Professione reporter di Michelangelo Antonioni - DVD - 2
Professione reporter di Michelangelo Antonioni - DVD
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Dati e Statistiche
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Nastro d'argento - Miglior film - 1976
Professione reporter
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Descrizione


Durante un servizio giornalistico in Africa, un reporter televisivo, stanco del proprio ruolo di testimone passivo costretto a rimanere sempre al di fuori della realtà che documenta, e amareggiato anche dal fallimento della propria vita sentimentale, decide di cambiare identità. Accortosi dell'improvvisa morte di un suo vicino di camera in albergo, ne assume il nome e il destino.

Dettagli

1975
DVD
8013123014801

Informazioni aggiuntive

  • Sony Pictures Home Entertainment, 2013
  • Eagle Pictures
  • 119 min
  • Italiano (Dolby Digital 1.0 - mono);Inglese (Dolby Digital 1.0 - mono)
  • Italiano; Inglese
  • 1,85:1 Wide Screen
  • commenti tecnici: commento di Jack Nicholson; commenti tecnici: commento dello sceneggiatore Mark People e di Aurora Irvine; trailers

Valutazioni e recensioni

  • Paolo Francesco
    INDIMENTICABILE

    A distanza di tantissimi anni ho sentito il desiderio di rivedere questo film di Antonioni e mi è piaciuto più della prima volta visto al cinema. La ricerca di una vita migliore da parte di un reporter inappagato del suo buon lavoro e del matrimonio si conclude per uno scherzo del destino con la morte. Bravi sia la Schneider, anche se qui meno vitale che in Ultimo tango a Parigi, che Nicholson di cui è molto piacevole il commento che accompagna il film, con il quale manifesta stima per il regista e in particolare racconta i dettagli tecnici con cui è stata girata la scena finale.

  • “Professione reporter” è un film su cui è stato scritto molto e su cui si potrebbe parlare per ore e ore. Intanto per il significato che questa opera, tra le migliori se non la migliore della filmografia di Antonioni, racchiude: un uomo si sostituisce ad un altro uomo defunto fingendosi morto e prendendosi la sua vita sperando che questa sia migliore. Seguiamo così le vicissitudini dell’uomo (un Jack Nicholson in stato di grazia) da un paese all’altro. Ma le cose andranno diversamente e nel finale realizzato con una tecnica cinematografica di altissimo livello (una telecamera esce dalla finestra e dopo essere stata agganciata ad una gru ruota facendo vedere l’interno dell’appartamento) il protagonista, parafrasando Pirandello, si “vedrà vivere” per poi morire. Con “Professione reporter” Antonioni riprende ed approfondisce il discorso sull’ essere e l’apparire intrapreso con “Blow up”, altro titolo di rilievo del regista, realizzando un’opera fondamentale con pochi dialoghi e dove a parlare è soprattutto la forza delle immagini.

Conosci l'autore

Foto di Michelangelo Antonioni

Michelangelo Antonioni

1912, Ferrara

"Regista e sceneggiatore italiano. Dopo un lungo apprendistato come critico, sceneggiatore e aiuto-regista, realizza alcuni documentari che lo segnalano all'attenzione della critica ed esordisce con Cronaca di un amore (1950, Nastro d'argento), film che segna la fine del neorealismo e la nascita di una nuova stagione del cinema italiano. Con il successivo I vinti (1953) si addentra nelle oscure dinamiche che spesso regolano i comportamenti umani, narrando tre storie di assurda violenza. Dopo La signora senza camelie (1953), in cui ritrae criticamente il mondo del cinema, e Le amiche (1955), film sulle inquietudini femminili borghesi tratto dal romanzo di Pavese Tra donne sole, nel 1957 dirige Il grido, racconto di un viaggio senza meta di un uomo in crisi che finisce col suicidarsi. Con L'avventura...

Foto di Jack Nicholson

Jack Nicholson

1937, Neptune, New Jersey

"Nome d'arte di John Joseph N., attore statunitense. Raggiunge Hollywood all'età di diciassette anni, trovando lavoro presso la casa di produzione mgm in attesa di ottenere qualche scrittura per la tv. Grazie al suo talento innato per la recitazione, dovuto a una personalità esuberante e istrionica, a partire dal 1958 entra nella scuderia di R. Corman, regista specializzato in horror che si avvale di lui in diversi film, da La piccola bottega degli orrori (1960) a Il massacro del giorno di San Valentino (1967). Nel frattempo si impegna anche nella sceneggiatura collaborando con M. Hellman, fautore di uno stile western molto personale e antitradizionalista. Per questi scrive e recita in Le colline blu (1966), racconto di vita quotidiana di tre cowboy talmente «destrutturato» e di budget ridotto...

Foto di Maria Schneider

Maria Schneider

1952, Parigi

Attrice francese. Figlia dell’attore D. Gélin (che non conoscerà sino all’adolescenza) e di una zingara rumena, esordisce sul grande schermo alla fine degli anni ’60. Bruna, bellezza dal fascino selvaggio, ben presto ottiene le due migliori occasioni della sua carriera, che la fanno apprezzare da critica e pubblico: è Jeanne, l’amante di M. Brando, nel trasgressivo Ultimo tango a Parigi (1972) di B. Bertolucci, e la misteriosa amante di J. Nicholson nel suggestivo Professione: reporter (1975) di M. Antonioni. Più famosa per gli scandali suscitati dalle sue interpretazioni che non per le sue qualità attoriali, risulta comunque convincente soltanto nei ruoli drammatici, a lei congeniali, plasmati sulla sua personalità introversa e ribelle. È la ragazza di vita nel crudo La dérobade - Vita e...

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