È un romanzo autobiografico scritto da Andrew Borowiec, un ragazzo che partecipò in prima linea alla Rivolta di Varsavia, più in generale si può dire che racconta una visione globale sulla vita in Polonia prima della guerra, durante e dopo. Partendo dal patto Molotov-Ribbentrop, un accordo segreto tra Mosca e Berlino che prevedeva, oltre alla non aggressione tra l’URSS e la Germania, la spartizione del territorio polacco, le cosiddette dall’autore “zone d’influenza”. Infatti il protagonista, che si troverà tra una zona e l’altra, vivrà le “differenze”: nell’una sarà costretto a imparare “l’internazionale”, nell’altra a guardarsi le spalle dal pericolo della deportazione in un campo di lavoro. A Sedici anni entrerà a far parte della resistenza polacca, per aiutare la nazione a riprendersi la sua identità, seguiranno 63 giorni d'inferno tra fogne e sangue e guerra. Tuttavia l'ho trovato, per i miei gusti, troppo dettagliato sul tipo di armi piuttosto che sul modello di carro armato o granata, ovviamente essendo autobiografico, un ragazzo di 16 anni rimane chiaramente colpito per il resto della vita da questi dettagli se da quando ne ha 10 assiste a parate militari ed ha il padre colonello dell’esercito. Ho preferito di gran lunga la parte umana della narrazione; invece ho trovato noiosi e troppo abbondanti i dati tecnici. Questo però potrebbe essere un punto a favore per chi, al contrario, è alla ricerca di una "lettura di guerriglia"; che sia incentrata più sulla curiosità delle abitudini quotidiane di chi si è trovato sotto l'occupazione nazista e ha deciso di combatterla o a chi fosse interessato all'artiglieria d'un tempo.
Non aveva nemmeno sedici anni, Andrew Borowiec, quando nel 1944 prese parte alla rivolta di Varsavia, la straordinaria ribellione organizzata dai polacchi di fronte all'insensata violenza nazista. I combattimenti proseguirono senza tregua per più di due mesi, in una carneficina che perfino Heinrich Himmler definì "la peggior guerriglia di strada dalla battaglia di Stalingrado". Questo libro raccoglie l'eccezionale testimonianza di uno degli ultimi sopravvissuti a quel massacro, un vero bambino-soldato che ha dovuto mettere nero su bianco l'orrore cui i suoi giovani occhi avevano assistito - dalle barricate ai cecchini appostati nelle strade, dai combattimenti casa per casa alle fughe nelle fogne della città - al punto di trascrivere le sue prime impressioni già nell'ospedale da campo per prigionieri di guerra dov'era finito alla fine della Rivolta. Un resoconto così doloroso e necessario che ora Borowiec ha sentito il bisogno di condividere con il mondo intero. Un'altra voce che unisce la purezza dei sedici anni al tragico disincanto di chi ha conosciuto sulla propria pelle la brutalità della guerra.
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RAGAZZO DI VARSAVIA LA VERA STORIA DEL BAMBINO SOLDATO ( IL ) di BOROWIEC ANDREW SMITH COLIN ( A CURA )
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Matteo290296 31 ottobre 2022la peggior guerriglia di strada dalla battaglia di Stalingrado
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