Una storia con al centro una donna. Una donna che pur essendo già morta all'inizio della storia, ne è il fulcro. Una donna che pare nessuno riesca a dimenticare (a parte il direttore delle risorse umane). Un viaggio nei propri limiti e nella volontà di recuperare l'assoluzione. Curioso il fatto che l'unica persona che, all'interno del romanzo, possieda un nome sia propio lei, la donna al centro della storia: tutti gli altri sono il padrone, il capo reparto, il figlio, l'amante, il capo produzione...
Un terrorista suicida si fa esplodere in un mercato di Gerusalemme. Una donna muore. Era straniera, viveva da sola in una squallida baracca di un quartiere di religiosi. Nessuno va a reclamare il suo cadavere all'obitorio. Eppure la donna aveva ancora formalmente un lavoro, come addetta alle pulizie in un gran panificio della città. Un giornalista senza scrupoli sfrutta il caso per imbastire uno scandalo e denuncia la "mancanza di umanità" dell'azienda che non si è nemmeno accorta dell'assenza della dipendente. Tocca al responsabile delle risorse umane, spedito in missione dall'anziano proprietario del panificio, cercare di rimediare al danno di immagine.
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Anno edizione:2005
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Sebastiano Garro 05 ottobre 2010
Molti scrivono di un romanzo sulla responsabilità, sul senso di colpa, sull'umanità.. ..Per me questo è, soprattutto, un romanzo sull'amore. -"L'amore per una morta?", mi direte sogghignando. -"Ebbene?" vi rispondo. Come spiegare altrimenti l'"impossibilità" del protagonista a separarsi dalla salma? Come spiegare la gioia provata al momento in cui realizza che il viaggio non è ancora terminato? L'affetto quasi morboso verso il figlio della vittima? La gelosia con cui custodisce il suo volto? Come interpretare i suoi sogni? Ovviamente il tutto è una affascinante allegoria ma.. ..se non è amore questo! Questa personalissima, singolare magari, visione un pò romantica, mi ha permesso di apprezzare ancor di più il bel romanzo di Yehoshua. Che, forse, non promette quanto mantiene la prima, avvincente, parte, ma si dipana in maniera scorrevole e interessante in tutte le sue 258 pagine. Si. Lo consiglio. Magari ci trovate un pò d'amore anche voi.
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ALBERTO ALLIA 02 settembre 2010
Quando sul lavoro si gestiscono delle persone si tende sempre a non considerarle come tali... e anche in situazioni difficili come in paesi in guerra non va mai dimenticato.
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