Il seguito dell'Ultimo Catone rappresenta un intrigo avvincente al pari del suo predecessore. La storia si dipana ai nostri tempi con leit-motifs principalmente afferenti al XIII secolo. Maria Paleologina, Marco Polo, la setta degli Assassini, i sufat, gli ebioniti, i Ben Shimeon gli Staurophylakes, il Paradiso terrestre fanno parte della trama thriller, che tiene col fiato sospeso fino alla fine. Un romanzo tumultuoso e ben costruito da Matilde Asensi, che apre a interessanti ipotesi sulla natura del Cristianesimo e sulla sua evoluzione sin dalle origini.
Smesso l'abito da suora, oggi Ottavia è una brillante ricercatrice di Paleografia all'Università di Toronto. Sulle tracce degli ossari contenenti i resti di Gesù, Ottavia e suo marito, l'archeologo Farag Boswell, stanno per incontrare l'ormai dimenticato ultimo Catone, leader di una setta millenaria. Tra Mongolia, Turchia, Italia e Israele, affronteranno inseguimenti, agguati e rivelazioni che sembrano giocare con il loro destino come una maledizione lanciata dall'abisso dei secoli. Seguito de “L'ultimo Catone”.
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Anno edizione:2016
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Luigibab 04 settembre 2025Intrighi sul Cristianesimo
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Il libro non mi è piaciuto anche per lo stile e la tecnica narrativa. Non aiuta di certo la narrazione in prima persona, autocompiaciuta, forzata, a tratti ridicola quando la suora vuole farsi valere o impuntarsi su qualcosa. Imbarazzante l'involuzione che ha subìto Matilde negli ultimi lavori (mi erano andati di traverso anche "Tutto sotto il cielo" e la trilogia di Cortés).Che dire dei personaggi? Privi di sfaccettature, fatti con lo stampino, marionette senz'anima. La sensazione che si ha nel leggere le battute dei dialoghi è inverosimiglianza e mancanza di naturalezza. La storia? Tipico romanzo incentrato su una "query", in questo caso le spoglie di Gesù e della sua famiglia, che avrebbe potuto essere oltremodo interessante e intrigante, ma che invece nelle mani di un'autrice ormai involuta e spenta, si è rivelato di una noia vessante, trascinandosi lentamente e a fatica verso un finale a tarallucci e vino di una banalità desolante. Perlomeno ha avuto la decenza di far morire almeno un personaggio, questo sì. Non si dica che Matilde Asensi è una buonista romantica.
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ANTONIO DE ROSA 10 gennaio 2017
Da Matilde ti aspetti sempre qualcosa in più rispetto agli altri Romanzieri. Mi chiedo se fosse proprio necessario un sequel, anche se, devo ammetterlo, ha avuto coraggio a farlo, per sapendo che avrebbe sicuramente deluso i fans ( come tutti i sequel). Ero curioso di sapere che fine avevavo fatto quei personaggi ed eccomi accontentato. Comunque da acquistare.
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