Un ragazzo di vent'anni, una giovane di quindici, un nonno non più lucido e un eterno 28 agosto 1930: questi i ricordi dell'autore a oltre trent'anni di distanza, chiari al punto da non tralasciare neppure la flora selvatica nei prati. Egli ormai cinquantenne, autore affermato e padre felice corre con la mente a quel tempo concluso e ai personaggi che lo riempivano. Oggi prova a cercare una tomba, macchia indelebile in quel luminoso passato, ma non esiste più. Questo tempo presente, quest'uomo di oggi già esistevano nel ragazzo di allora, così vivo da perdere il senno, da non considerare la morte come un evento possibile per lui che sarebbe rimasto giovane per sempre, per lui che sentiva la vita e l'amore come nessun altro prima. František Hrubín ci regala un libretto di fine poesia, dove i fiori hanno un nome, dove il tempo rimbalza tra passato e presente e l'uno si fa specchio dell'altro. E anche se non l'abbiamo mai ascoltata prima, la canzone "Ricordando le terme di Ercole" ("Vzpomínka na Herkulovy lázně") suonata al flicorno da Viktor entra in noi comunicandoci quella malinconia che sente l'autore, con un timbro che calza per la festa di paese e per un triste corteo. Un ringraziamento alla casa editrice per aver tradotto questa piccola perla.
